martedì 18 giugno 2013

PD: I RISULTATI DELLE AMMINISTRATIVE CI RAFFORZANO, MA IL CAMBIAMENTO RESTA INDISPENSABILE E URGENTE E DEVE ESSERE PROFONDO.

La vittoria del del centrosinistra nelle recenti elezioni amministrative è motivo per tutti noi di grande soddisfazione. In particolare siamo felici per l'elezione di Giovanni Manildo a Sindaco di Treviso, che ci fa intravvedere possibilità positive per i prossimi tempi e ci dà l'esempio di come un lavoro capillare e intelligente possa dare buoni frutti anche in un territorio tradizionalmente sfavorevole come il nostro. Un buon segnale viene anche dall'affermazione di Ignazio Marino a Roma e, a livello locale, di Andrea Cereser a S.Donà, anche se il fenomeno imponente dell'astensione deve far riflettere noi non meno di tutte le altre forze politiche.
Infatti questo risultato importante non può farci dimenticare la difficoltà della situazione a livello nazionale. Sappiamo tutti quanto i mesi che stiamo vivendo saranno decisivi: per l'Italia prima che per il PD. La durata e le prospettive del governo di Enrico Letta restano incerte, come dimostrano le tensioni che emergono al suo interno ogni volta che c'è una scelta importante da fare e che fino ad ora ne hanno rallentato, se non bloccato, l'azione.

Restiamo disposti a sostenere lealmente il governo nel suo difficile compito di realizzare pochi importanti e necessari interventi: in primo luogo quello sulla legge elettorale, per la quale restiamo convinti che il PD dovrebbe confermare con chiarezza e convinzione la sua storica scelta del doppio turno (sia per il candidato premier che per i collegi uninominali), e poi delle misure efficaci a sostegno dello sviluppo, del lavoro e dell'occupazione, che speriamo saranno varate presto. Ma ai nostri occhi resta ancora chiaro il carattere innaturale della collaborazione con un centrodestra che è tuttora in grado di esercitare sul governo un'influenza decisiva, nonostante le sue pesanti ed evidenti responsabilità nell'attuale crisi e la quasi totale assenza di un reale rinnovamento al proprio interno.

Del resto fin da principio ci è apparso difficile il compito di un governo che comunque, per durare, potrebbe essere costretto a compiere scelte di compromesso, tali da scontentare ulteriormente i nostri elettori, dopo che gli errori commessi nella gestione della campagna elettorale e dell'elezione del Presidente della Repubblica hanno provocato delusione e disaffezione in molti sostenitori del PD. Tra i delusi ci siamo naturalmente anche noi, che pure restiamo al nostro posto dentro il PD in un momento così difficile per la crisi economica e l'incertezza della politica.

I buoni risultati del recente turno delle elezioni amministrative non hanno dunque modificato la nostra opinione sui prossimi sviluppi immediati, tenendo anche conto del fatto che quasi dovunque l'astensione si è avvicinata alla soglia 50% dei votanti, superandola talvolta. Crediamo che il governo Letta potrà ottenere dei risultati solo se nel frattempo il PD si preparerà a costruire nel prossimo congresso le basi per un'alternativa valida, capace di proporsi subito agli italiani, nel caso comunque possibile di nuove elezioni politiche in tempi brevi, con più credibilità e con maggiore successo di quanto abbiamo fatto nella scorsa occasione. Solo in questo caso il governo potrà proporre e realizzare riforme incisive e coerenti con i nostri principi e obiettivi, costringendo il centrodestra sulla difensiva, sfuggendo alla trappola del compromesso e riprendendo l'iniziativa anche sul piano della comunicazione, non permettendo più a Berlusconi di provare tutti i giorni a presentarsi come il principale artefice dei buoni risultati dell'azione del governo (sperando che ce ne siano...).

Riteniamo che il prossimo congresso del PD dovrà determinare un rinnovamento ampio e profondo del gruppo dirigente. E' necessario che una parte significativa di coloro che, con risultati così deludenti, sono stati al vertice del partito negli ultimi mesi, facciano un passo indietro e assumano ruoli non di primo piano lasciando spazio a una nuova dirigenza. L'indispensabile ricerca delle responsabilità per gli errori commessi, particolarmente in occasione della drammatica e scandalosa mancata elezione di Romano Prodi a presidente della Repubblica, deve essere condotta con equilibrio e senso dell'interesse comune, senza provocare ulteriori lacerazioni all'interno del partito.

Il congresso dovrà mettere a confronto idee, persone e proposte in modo da superare l'eccesso di divisioni interne che tanti danni ha prodotto e da affidare la guida del partito a una maggioranza solida che, nel rispetto delle minoranze, sia in grado di ritrovare la sintonia con il paese. Il PD deve privilegiare chiaramente la soluzione dei problemi dell'Italia sugli equilibri interni, guardando meno a sé stesso e più all'urgenza della crisi e alle sofferenze delle persone.

La vittoria nelle amministrative a Treviso, a Roma e in tutti i comuni capoluogo non deve minimamente indebolire la nostra intenzione di cambiare radicalmente il partito. Semmai, la conferma del fatto che sul territorio si riesce ancora a fare un buon lavoro, che le persone e le proposte del PD riescono a trovare interesse e consenso presso gli elettori, deve spingerci a ripartire dal corpo ancora sano e valido del partito per dare ancora maggiore intensità alla nostra azione di rinnovamento.

Circolo PD Oderzo

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