domenica 11 settembre 2016

PROFUGHI: LA LEGA RIFIUTA LA GESTIONE, PARLA PER SLOGAN E EVOCA COMPLOTTI

Bocciata la proposta di PD e OSI di istituire un gruppo di studio per affrontare la situazione dell'ex-caserma Zanusso

Il paese che nel mondo accoglie più profughi è la Turchia, con 2 milioni e mezzo di persone.
Il piccolo Libano ne accoglie più di un milione (dati UNHCR). Clicca sull'immagine per andare al sito UNHCR

di Giuseppe Zago e Sandro Battel

Se hai un problema in casa e sei preoccupato cosa fai? Secondo noi ti devi spremere le meningi per capire come agire e tirare su le maniche per affrontare la situazione. Invece l'amministrazione di Oderzo sceglie la logica del "tanto peggio tanto meglio": il problema dei profughi nell'ex-caserma Zanusso non va neanche studiato. Cercare di gestire la situazione per minimizzare i problemi e le preoccupazioni e magari ricavare qualche vantaggio per i cittadini, secondo la Sindaca e la maggioranza sarebbe sbagliato: bisogna lasciare le cose come stanno per protesta contro la politica del governo, che si intestardisce a far venire da noi “tutta l'Africa”, mentre sarebbe così logico e semplice “aiutarli a casa loro”.

Ricordiamo che la mozione presentata da PD e OderzoSonoIo per il consiglio comunale dello scorso 5 settembre proponeva in sostanza la creazione di un gruppo di studio per la ricerca di soluzioni che permettessero alla nostra città di avere un ruolo attivo nella gestione della situazione all'interno dell'ex-caserma. I progetti allegati alla mozione erano solo delle ipotesi (certamente secondo noi molto ragionevoli ed efficaci) sulle quali però il gruppo di studio avrebbe potuto intervenire come voleva, modificandole anche profondamente.

Invece no: il Comune non vuole neanche pensare che si possa fare qualcosa prendendosi qualche responsabilità. La maggioranza segue l'impostazione leghista per cui sarebbe sbagliato cercare di entrare nel merito della gestione collaborando attivamente con la Prefettura per un accordo che faccia passare il centro Zanusso ad un accoglienza integrata di 2° livello con il modello dello SPRAR. La nostra ipotesi (che, ripetiamo, valeva solo come base per la discussione) prevedeva un modello sperimentale da applicare a piccoli gruppi per verificare l'efficacia dell'accoglienza diffusa e integrata e da replicare su tutto il territorio Opitergino-Mottense per svuotare nel tempo la caserma.

Ma la posizione dell'amministrazione comunale è che la maggior parte dei richiedenti asilo sono migranti economici, spinti da un complotto internazionale che vuole destabilizzare gli equilibri in Italia ed in Europa con l’effetto di impoverire i cittadini e aumentare lo scontro sociale abbassando il costo della manodopera grazie allo sfruttamento di masse di lavoratori disposti a tutto.  Secondo “la Sindaca” le leggi internazionali e italiane sulla gestione dei fenomeni migratori sono sbagliate e bisogna “aiutarli a casa loro”.  Ma resta il fatto che questo slogan vuoto non ha dietro nessuna idea autentica di una politica di cooperazione internazionale e di sostegno allo sviluppo: le soluzioni che permetteranno a chi fugge di vivere meglio a casa sua dopo che lo avremo fermato in qualche modo più o meno sbrigativo (in giro costruiscono muri...) le dobbiamo ancora vedere non solo messe in atto, ma neanche concretamente proposte.

Dunque, invece di fare un piano e cercare di stabilire accordi precisi sui termini della gestione, per acquisire il controllo almeno su alcuni aspetti della situazione, la mozione viene respinta e non si fa niente. Salvo domani lamentarsi del prefetto e della cooperativa che terrà in mano la situazione in piena autonomia rispetto al comune, che potrà solo come oggi fare qualche ispezione ogni tanto.

Una parola sulle altre minoranze in consiglio: il movimento 5 stelle ha votato contro la nostra mozione anche se i loro argomenti e le loro proposte sono esattamente sulla nostra linea (vedi lo screenshot qui sotto) e anche se il consigliere del M5S ha ammesso che l'ipotesi del gruppo di lavoro era stata fatta anche da lui nel precedente consiglio. L'impressione è che pensino un po' di avere in esclusiva la capacità di affrontare i temi e di fare proposte, che le stesse cose – dette però da loro – acquisiscano un valore di competenza e professionalità che non ha niente a che vedere con quanto proposto da noi. Il loro convegno dello scorso 9 settembre con il prof. Serrano è stato interessante e ha proposto un'analisi ricca di informazioni e certamente condivisibile per molti aspetti (noi - intesi come gruppo - c'eravamo, come c'eravamo lo scorso 11 marzo). Ma intanto il gruppo di lavoro non c'è e il principio della soluzione per la situazione di Oderzo, che il nostro progetto prefigurava, resta distante come prima.

E' esattamente quello che abbiamo detto anche noi (vedi post precedente) con in più un progetto concreto.

Anche le civiche guidate da Laura Damo hanno votato contro adducendo pretesti ancora più inconsistenti, probabilmente perché nello scorso consiglio noi abbiamo votato contro la loro proposta sull'accoglienza diffusa che intendeva coinvolgere tutti i sindaci dell’IPA. Avremmo potuto votare a favore, abbiamo detto apertamente che condividevamo il principio. Ma ci sembrava veramente una proposta strumentale e vuota (senza il minimo progetto) da parte di chi non ha combinato nulla pur avendo avuto mesi e mesi di tempo per avviare l'accoglienza e prevenire il “sequestro” della caserma.

P.S. La Sindaca ci racconta che ha parlato con i missionari e che loro sono tutti d'accordo che sarebbe molto più facile e meno costoso mandare qualche risorsa in Africa dove la vita costa ovviamente molto meno. Ma anche noi conosciamo qualche missionario, che però quando ci scrive dall'Africa racconta non solo di guerre e dittature, ma anche di frequenti situazioni di vuoto politico, fatto di cronica inefficienza e corruzione, di un livello di civiltà (solo politica, intendiamoci) drammaticamente critico, che per risollevarsi richiederà tempo e impegno (naturalmente molte istituzioni pubbliche e private, religiose e laiche, ci lavorano già...) e che rende illusoria qualsiasi promessa di una facile soluzione “a casa loro”.

La Sindaca ci dice che non possiamo accogliere “tutta l'Africa” dimenticando che la distribuzione dei rifugiati nel mondo non vede affatto l'Europa ai primi posti per presenze (nel 2015 in Turchia ce n'erano oltre 2 milioni e mezzo, nel piccolo Libano oltre un milione, dati UNHCR, il cui sito [https://www.unhcr.it/] andrebbe sempre consultato e tenuto presente da chi vuole parlare di migranti)

La Sindaca ci dice che “è assurdo farli venire qui”, come se ci fosse qualcuno (i misteriosi artefici di questo “complotto internazionale” dei quali nessuno sa mai dire il nome con precisione) che li spinge. Dovremmo ricordare - noi che di queste cose abbiamo tutti una memoria familiare - che per chi vive con la paura dell'oppressione e della guerra (o anche a volte, certo, della povertà) l'impulso a fuggire per cercare una vita diversa è forte e spontaneo, specie nell'epoca in cui la comunicazione raggiunge capillarmente anche i paesi più poveri e mostra a tutti che ci sono parti del mondo dove – crisi o non crisi – si vive comunque con meno paura e fatica che da loro. Eppure è vero che se potessero, se le loro condizioni fossero appena un po' più sicure e migliori, non verrebbero qui. A noi pare che uno che cerca di scappare pur sapendo benissimo (sanno anche questo, come tutto il resto) di rischiare la violenza e la morte non possa essere scoraggiato tanto facilmente: gli esempi che continuiamo tutti i giorni a vedere (anche dove si sono eretti muri e barriere) mostrano che non c'è un modello di politiche sui migranti capace di impedire a un disperato di provare a salvarsi o a cambiare vita anche a rischio della propria (3771 morti e dispersi nel Mediterraneo nel 2015, 3169 fino ad agosto 2016 – dati UNHCR).
Ma questi problemi globali – su questo siamo d'accordo con la Sindaca - sono fuori dalla nostra portata: noi avremmo voluto provare a far qualcosa prima di tutto per gli opitergini, darci da fare (e acquisire risorse) per liberarli dalla preoccupazione e realizzare un migliore equilibrio su territorio. Invece si risponde di no in base a ragioni generali molto discutibili e chiaramente ideologiche.




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