venerdì 1 marzo 2019

Partecipare alle Primarie del PD. Dire NO al governo populista


di Remo Rinaldin

Decreto dignità, pensioni quota 100, reddito di cittadinanza, legittima difesa, etc: leggi populiste e sovraniste a targa alterna Di Maio o Salvini. Quest’ultimo, alle elezioni prometteva di rimpatriare immediatamente 650.000 migranti; una volta al Viminale, ignorando la promessa per manifesta impotenza, decideva di buttar fuori dai centri tutti gli immigrati/rifugiati, che oggi vagabondano senza meta nelle nostre piazze e stazioni.
A turno i diarchi, come fossero al tiro al bersaglio, sparano provvedimenti per vedere chi guadagna più voti. Ma come alla roulette, si può vincere o perdere. Le elezioni regionali in Sardegna ne sono il paradigma. Sotto questo cielo è avvilente constatare come la maggioranza parlamentare non legiferi con coerenza e sovranità, ma sia piegata alla mercé di due padroni.

La macchina giallo-verde a propulsione ibrida continua a correre, ma non c’è nessuno al volante, come afferma nel suo libro Carlo Calenda. Di questo passo, prima o dopo l’Italia va a sbattere, e lo dice anche il Comandante Di Falco, neosenatore ma già espulso dal M5S. E ormai tanti pensano che gli Italiani devono preoccuparsi, perché è meglio prevenire che curare.
In un grande Paese, postmoderno e postindustriale come l’Italia, quando all’affermazione elettorale non corrisponde una ‘governance’ efficace, il popolo ha il diritto/dovere di costruire un’alternativa, di cui il partito democratico vuol essere il perno.
Il rating dell’Italia è come quello della Colombia o della Namibia: nonostante la denuncia di media, partiti, sindacati, confindustria, di comunità europea e BCE, nessuno al governo sembra preoccuparsene, fiducioso solo nel consenso virtuale dei sondaggi elettorali. Viviamo certo in un tempo in cui spopolano i sacri precetti del liberalismo: 1) il consumatore ha sempre ragione 2) la bellezza risiede nell’occhio di chi osserva, 3) l’elettore sa cosa è meglio. A proposito: l’elettore M5S ha votato un programma alternativo alla Lega così come l’elettore di Salvini, ci si può chiedere allora se il voto abbia ancora il valore etico-politico di quando è stato espresso. Staremo a vedere gli avvenimenti...!
In momenti come questi abbiamo bisogno di rinsaldare la fiducia nel sistema democratico, abbiamo bisogno di riavviare la crescita, aumentando gli investimenti, le opere pubbliche e i posti di lavoro.
Partecipare alle primarie PD significa per l’immediato rafforzare la vigilanza sul governo, domani sostenere un programma di governo, che affronti le emergenze del Paese:
1 – per gli ultimi: accrescere i livelli di istruzione e formazione, prevedere il salario minimo, aumentare l’assegno di formazione e di inclusione, assicurare assistenza a malati, disabili e alle famiglie povere;
2 – politica estera: ricollocare l’Italia nell’alveo delle democrazie liberali dell’Europa e dell’alleanza atlantica. E’ grottesco che il regime illiberale di Putin venga additato da Salvini e Berlusconi come modello politico e morale per l’Italia, anche se la Russia resta un partner commerciale strategico;
3 – per la crescita: taglio degli sprechi, un potente piano Marshall di investimenti privati e pubblici per consolidare la vocazione manifatturiera e tecnologica italiana, promuovere la formazione dei disoccupati o di quelli in cerca di lavoro presso la stessa azienda che intende assumerli. Il reddito di cittadinanza è una misura assistenziale che incrementa il debito pubblico e non crea sviluppo e posti di lavoro come dice il governo. A che servono 6.000 navigator, da assumere come consulenti da un’agenzia privata per governare il reddito di cittadinanza, quando internet consente di spedire in tempo reale il curriculum professionale alle aziende, che quindi possono procedere all’assunzione o alla formazione preventiva..?

Col vostro voto potete scegliere tra i candidati alla segreteria del PD, ognuno voti secondo le proprie convinzioni. E’ meglio tuttavia lasciar perdere vecchi ideologismi e pretese di superiorità morale o di egemonia culturale. Il partito democratico può tornare a vincere se si apre con umiltà alla società civile.

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