di
Alessandro Battel
Uno
dei problemi dell’Italia (certamente non è il più grave, ma
altrettanto certamente è un problema) è che ci sia gente – non so
quanti – che pensa e sostiene che la Resistenza è stata ed è
“roba da comunisti”. Le libertà civili sono ovviamente di tutti
e dovrebbe essere semplice buonsenso ricordare chi si è sacrificato
per difenderle, specie in tempi come i nostri, in cui - bisogna
essere miopi per non vederlo – fascismi più o meno modificati
geneticamente sono in circolazione e godono di credito e
condiscendenza anche nelle istituzioni, dopo essere stati covati e
coltivati più o meno nascostamente e con discreta continuità da un
po’ di gente – non so quanti.
Poi,
sul piano storico, il tema è notoriamente complesso. Ma la tesi da
osteria per cui solo i comunisti si opponevano al fascismo, tesi che
sta alla base del parafascismo sotterraneo di cui si è detto, non la
sostiene nessuno che abbia studiato le cose un po’ seriamente. E
comunque trovo corretto (e non troppo difficile...) evitare di
trascinare le istituzioni - e i principi sulle quali si fondano -
nella discussione sulle diverse questioni aperte, una discussione
alimentata da molti buoni studi che vale la pena di leggere.
L’importante è che siano scritti da storici seri che sanno fare il
loro lavoro, come per esempio Santo Peli e Giovanni De Luna, per
nominare solo gli autori degli ultimi libri sul tema che ho preso in
mano qualche mese fa.
Certo
non credo si possa considerare uno storico credibile - al di là
degli aspetti di metodo - chi si colloca fuori dalla nostra
Costituzione e, per esempio, si mette dal punto di vista dei nazisti
e giustifica l’uccisione dei partigiani sulla base della legalità
della Repubblica di Salò, la stessa Repubblica che, per considerare
solo un dato, all'atto della sua fondazione aveva accettato di
cedere territorialmente alla Germania nazista tutto il Trentino e il
Bellunese e tutto il Friuli dal Tagliamento in là.
Detto
questo, ovviamente non mi fa problema che la sindaca di Oderzo vada a
celebrare il 25 aprile a Vittorio Veneto con il presidente
Mattarella. Mi dispiace invece che non abbia delegato nessuno a
sostituirla e che non ci sia nessuna celebrazione a Oderzo. Di
entrambe le decisioni sarebbe giusto che i cittadini conoscessero la
ragione precisa.
Proprio
perché credo che le libertà civili siano patrimonio di tutti, credo
anche che la cosa migliore sarebbe che tutti si raccogliessero nelle
celebrazioni istituzionali: per me la bandiera da sventolare il 25
aprile è quella italiana. Se però, come nel nostro caso, le
celebrazioni istituzionali non ci sono, allora a quelle dell’ANPI
toccherà il compito non di aggiungersi, come già accaduto, ma di
supplire al vuoto. Personalmente non potrò esserci, ma credo che
qualcuno del PD di Oderzo sarà presente, come mi risulta sia
successo regolarmente in passato.
La
libertà non si può dare per scontata. Abbiamo la fortuna di vivere
in tempi in cui ne possiamo godere, ma basta guardarsi attorno per
rendersi conto che la cosa non vale automaticamente né per tutti né
per sempre. Di questa libertà le radici sono precisamente nei
pensieri e nelle parole di chi ha combattuto quella guerra per
la libertà, non da altre parti. Certo, non tutti quei pensieri,
quelle parole e azioni sono esemplari, ma se vogliamo un esempio di
come sono fatte le radici della civiltà, è lì che lo possiamo
trovare: queste sono le parole di Pietro Benedetti, fucilato a Roma
il 29 aprile del ‘44 a 41 anni).
Amatevi
l'un l'altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il
vostro amore compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro.
Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell'amore per
l'umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il
bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e
ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e
qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non
viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il
mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri
fratelli.
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