(ab) Il lavoro da fare è appena cominciato. Il fatto che il paese non sia più governato da Berlusconi non risolve ancora proprio niente. Diciamo che, forse, adesso si può appunto cominciare a darsi da fare: un lavoro faticoso, ingrato e dall’esito molto incerto. Credo che l’eredità peggiore che ci rimane di questo lungo periodo sia la profonda divisione tra gli italiani, una spaccatura che certamente non sarà superata domani. Ci vorrà tempo e impegno e questo è uno dei compiti fondamentali che toccherà a ciascuno di noi affrontare.
Ma la cosa che mi lascia almeno un po’ di speranza, uno spiraglio di ottimismo, è il fatto che tante volte in questi anni ho parlato di qualche problema (cose di scuola, per esempio) con gente di cui sapevo che non votava come me, e mi sono reso conto che la distanza sul da farsi non era poi così grande, che se avessimo dovuto discutere sul merito delle questioni avremmo potuto essere d’accordo su diversi punti: bastava lasciare da parte lui e la sua pretesa di essere al centro del mondo e dell’attenzione di tutti noi. Invece, appena si sfiorava il confronto tra i rispettivi giudizi su Berlusconi, la tensione saliva e non era più possibile parlare: incrinata la fiducia, emergevano rammarico e una punta di sospetto..