martedì 30 aprile 2013

RABBIA, CORAGGIO, ENERGIA: REAGIRE A UNA SITUAZIONE DIFFICILE. - ASSEMBLEA DI CIRCOLO MERCOLEDI' 8 MAGGIO IN SEDE PD A ODERZO

di Sandro Battel

La situazione è quella che è e tutti la conosciamo. Credo che in questo momento se noi del PD abbiamo valutazioni differenti su come sono andate le cose è solo perchè alcuni sono molto incazzati (perdonate il termine francese) mentre altri lo sono moltissimo. La tentazione di mandare tutto a quel paese l'abbiamo avuta tutti per un momento, ma, per come li conosco, quelli del PD non sono così e non mollano. Dobbiamo convertire la rabbia in energia per cambiare le cose e, io credo, dobbiamo avere molto coraggio. Dobbiamo cambiare prospettiva per recuperare il terreno che gli errori commessi ci hanno fatto perdere in questo momento, dobbiamo chiarirci le idee su come sono andate le cose, almeno per gli elementi che abbiamo in mano in questo momento.
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Agli iscritti del circolo PD di Oderzo

E' convocata per mercoledì 8 maggio 2008 presso la sede PD di Oderzo in via Mosaici alle 20.45 un'assemblea di circolo per discutere il seguente o.d.g.
  1. Relazione sull'incontro con le parlamentari trevigiane del 24/4
  2. Tesseramento
  3. Varie
La situazione è quella che è e tutti la conosciamo. Credo che in questo momento se noi del PD abbiamo valutazioni differenti su come sono andate le cose è solo perchè alcuni sono molto incazzati (perdonate il termine francese) mentre altri lo sono moltissimo. La tentazione di mandare tutto a quel paese l'abbiamo avuta tutti per un momento, ma, per come li conosco, quelli del PD non sono così e non mollano. Dobbiamo convertire la rabbia in energia per cambiare le cose e, io credo, dobbiamo avere molto coraggio. Dobbiamo cambiare prospettiva per recuperare il terreno che gli errori commessi ci hanno fatto perdere in questo momento, dobbiamo chiarirci le idee su come sono andate le cose, almeno per gli elementi che abbiamo in mano in questo momento.
Per cominciare vi riporto nel post precedente il resoconto del Gazzettino sull'incontro di mercoledì scorso 24 aprile con le 3 parlamentari trevigiane Casellato Puppato Rubinato, incontro su cui io e gli altri presenti potremo dirvi qualcosa in più, oltre alle nostre impressioni. Ma non possiamo fermarci a una valutazione di quello che è successo: dobbiamo anche capire in base a questo in che direzione andare per ripartire. Dobbiamo pensare a cosa fare adesso, rendendoci bene conto del fatto che i tempi potrebbero essere stretti e che la prospettiva che si avvicina è certamente quella del congresso nazionale, mentre non sappiamo con certezza come potrà evolvere la situazione del governo
Come la penso io per certi aspetti l'ho già detto: lo ripeterò ma naturalmente starò anche a sentire cosa dirà chi verrà e avrà voglia di parlare. Intanto butto là senza ordine quattro spunti su cui cominciare a ragionare.
  1. Credo che non sia accettabile che i 101 che non hanno votato Prodi al quarto scrutino dell'elezione presidenziale restino nell'ombra e continuino a svolgere il loro ruolo come se niente fosse. Credo che da parte loro uscire allo scoperto e chiarire la loro posizione (e magari rimettere il proprio mandato nelle mani di chi li ha eletti, anche se la Costituzione non li obbliga a farlo...) sarebbe il minimo. Vorrei tanto che dalla base venisse questa richiesta, da tutti e in modo forte abbastanza da non permettere che non venga ascoltata. Per me sarebbe il presupposto necessario per riprovare ad avere davvero fiducia e a superare le delusioni.
  2. Nonostante tutto, anche se per pochissimi voti, Debora Serracchiani è il nuovo presidente della regione Friuli-Venezia Giulia. Serietà e pulizia sono serviti, ha funzionato la presenza nuova di una persona che davvero vuole il cambiamento. Dobbiamo prendere questo risultato come un segno di speranza e la dimostrazione che le possibilità ci sono, oltre che, secondo me, come un'indicazione della direzione in cui muoverci.
  3. Un amico con cui ho parlato e che aveva manifestato l'intenzione di riprendere la tessera del PD mi ha confermato che quanto accaduto, anche se lo ha fatto incazzare moltissimo (anche lui parla francese...) non gli ha fatto cambiare idea: riprenderà la tessera e verrà a dare il suo contributo. L'ho ringraziato per questo quando l'ho sentito e lo ringrazio ancora qui: questo è lo spirito giusto, questo è il modo di reagire.
  4. Domenica ero in giro. a) Un conoscente mi ha chiesto come andava con la politica. Non so che idee abbia, non credo che ci voti, non sapevo neanche che sapesse che mi occupo un po' di politica. E' stato molto civile, al di là degli aspetti strettamente politico istituzionali abbiamo convenuto facilmente sul fatto che il vero problema è il lavoro, la gente a casa, gli imprenditori che la fanno finita, la difficoltà di trovare un equilibrio tra le difficoltà dell'impresa e il dramma di chi resta senza lavoro. Ci siamo detti per esempio che, oltre ad altre cose, sarebbe indispensabile mettersi d'accordo e trovare il punto di equilibrio tra flessibilità e garanzie che favorisca la ripresa quanto possibile senza togliere a chi lavora, insieme ai diritti, la dignità. b) Poi ho incontrato un altro conoscente: a un certo punto è arrivato un suo amico che, tra il più e il meno, ha commentato la nomina a ministro di Cécile Kyenge dicendo: “Che schifo...”. Naturalmente ho risposto, pacatamente e civilmente, cercando di avere l'aria stupita piuttosto che indignata (altrimenti poi dicono che noi del PD non capiamo la pancia della gente e ci sentiamo superiori, per questo non ci votano...). Non mi è venuto in mente subito di dire che anche Josefa Idem, come la Kyenge, è una straniera che ha sposato un italiano e ha figli italiani. Avrei potuto chiedergli se quello che gli faceva schifo era specificamente il fatto che fosse nera, ma spesso le risposte più centrate ci vengono in mente tardi. c) Il giorno dopo a scuola un collega mi ha raccontato che, riferendosi agli spari contro i carabinieri fuori da Palazzo Chigi, un nostro ex allievo, bravissimo ragazzo per come lo ricordiamo, ha commentato su Facebook: “Finalmente qualcuno spara...”. Lì ha risposto lui: io non ho profilo facebook. Ha risposto bene, direi, e di questo ringrazio anche lui.
Il nostro territorio è pieno di bravissima gente (comprese naturalmente molte persone come a), che non ci votano), ma ci offre anche esempi di comportamento e mentalità come quelli di b) e c). Il lavoro da fare è molto, non possiamo mollare, ci vuole pazienza e costanza, anche in tempi difficili come questi. E ci vogliono, credo che lo pensiamo tutti, persone nuove.
Ci vediamo mercoledì 8. Buon primo maggio a tutti
Sandro Battel

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