di
Sandro Battel
Niente
analisi del voto, per carità: se ne sono fatte e se ne stanno
facendo parecchie che magari meritano anche di essere lette: anche
noi stiamo leggendo e ragionando e ci servirà per i prossimi passi.
Ma intanto un momento per ringraziare chi ci ha dato la sua fiducia è
giusto trovarlo. E per sottolineare una cosa.
Niente
trionfalismi, neanche per sogno. E nessun eccesso di confidenza:
sappiamo che questo è non è un traguardo ma è soprattutto un punto
da cui ripartire, che si è trattato di elezioni particolari, che
l'astensione è stata altissima, che la situazione resta
difficilissima, che la crisi non è passata e che le responsabilità
sono grandi più di prima. E che a livello locale dovremo ancora
lavorare molto prima di poter sperare davvero di conquistare la
fiducia dei cittadini. Ma è chiaro che questa soddisfazione ci dà
coraggio e che adesso abbiamo diverse ragioni in più per vedere
davanti a noi delle buone possibilità.
Non
si tratta solo di Renzi: certo che nessuno pensa di sottovalutare la
sua importanza, che è fondamentale. Ma non credo che nel PD gli
succederà di essere fatto oggetto di venerazione o di vedere intorno
a sé sempre e solo approvazione e obbedienza acritica. Non c'è
pericolo: nel Pd si discute sul serio, lo si è sempre fatto (a volte
fin troppo, si sa...) e va bene continuare a farlo. Questa è la cosa
che mi sento di ricordare adesso, di far notare a chi non se n'è
accorto: il PD è cambiato, si è rinnovato profondamente anche al di
là del segretario, a tutti i livelli ha dato fiducia e
responsabilità a gente giovane (ma non sempre e non necessariamente...), sveglia e preparata, senza
rinunciare affatto al contributo prezioso di chi da una vita lavora
per la politica e nel PD ci sta dall'inizio.
Molti non lo hanno
ancora visto, ma anche sul territorio c'è un sacco di gente nuova
che pensa, discute e lavora nel PD (ma, oltre il PD, per
l'Italia...): io ne conosco parecchi, li stimo e ho fiducia in loro.
E non mi riferisco solo a chi ha lavorato e lavora intorno e dietro a
Renzi: mi viene in mente G., studente poco più che ventenne, con il
quale mi è capitato di confrontarmi l'inverno scorso, nel periodo
che precedeva le primarie, in una sezione del trevigiano dove io
presentavo la mozione Renzi e lui la mozione Cuperlo, della quale ha
proposto le ragioni con passione e intelligenza. Sono certo che il
risultato delle elezioni europee ha dato soddisfazione, forza e
coraggio anche a lui e che adesso come me sta pensando a come meglio
mettersi al lavoro, a come fare ancora la sua parte, per dare
all'Italia le riforme e le soluzioni che le servono e per dare
ragione a tutti quelli che hanno voluto investirci della loro
fiducia.
C'è
moltissimo ancora da fare, ma questo sembrerebbe proprio un buon
inizio.
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