giovedì 29 maggio 2014

RENZI. MA CON RENZI C'E' IL PARTITO DEMOCRATICO

di Sandro Battel

Niente analisi del voto, per carità: se ne sono fatte e se ne stanno facendo parecchie che magari meritano anche di essere lette: anche noi stiamo leggendo e ragionando e ci servirà per i prossimi passi. Ma intanto un momento per ringraziare chi ci ha dato la sua fiducia è giusto trovarlo. E per sottolineare una cosa.
Niente trionfalismi, neanche per sogno. E nessun eccesso di confidenza: sappiamo che questo è non è un traguardo ma è soprattutto un punto da cui ripartire, che si è trattato di elezioni particolari, che l'astensione è stata altissima, che la situazione resta difficilissima, che la crisi non è passata e che le responsabilità sono grandi più di prima. E che a livello locale dovremo ancora lavorare molto prima di poter sperare davvero di conquistare la fiducia dei cittadini. Ma è chiaro che questa soddisfazione ci dà coraggio e che adesso abbiamo diverse ragioni in più per vedere davanti a noi delle buone possibilità.
Non si tratta solo di Renzi: certo che nessuno pensa di sottovalutare la sua importanza, che è fondamentale. Ma non credo che nel PD gli succederà di essere fatto oggetto di venerazione o di vedere intorno a sé sempre e solo approvazione e obbedienza acritica. Non c'è pericolo: nel Pd si discute sul serio, lo si è sempre fatto (a volte fin troppo, si sa...) e va bene continuare a farlo. Questa è la cosa che mi sento di ricordare adesso, di far notare a chi non se n'è accorto: il PD è cambiato, si è rinnovato profondamente anche al di là del segretario, a tutti i livelli ha dato fiducia e responsabilità a gente giovane (ma non sempre e non necessariamente...), sveglia e preparata, senza rinunciare affatto al contributo prezioso di chi da una vita lavora per la politica e nel PD ci sta dall'inizio.
Molti non lo hanno ancora visto, ma anche sul territorio c'è un sacco di gente nuova che pensa, discute e lavora nel PD (ma, oltre il PD, per l'Italia...): io ne conosco parecchi, li stimo e ho fiducia in loro. E non mi riferisco solo a chi ha lavorato e lavora intorno e dietro a Renzi: mi viene in mente G., studente poco più che ventenne, con il quale mi è capitato di confrontarmi l'inverno scorso, nel periodo che precedeva le primarie, in una sezione del trevigiano dove io presentavo la mozione Renzi e lui la mozione Cuperlo, della quale ha proposto le ragioni con passione e intelligenza. Sono certo che il risultato delle elezioni europee ha dato soddisfazione, forza e coraggio anche a lui e che adesso come me sta pensando a come meglio mettersi al lavoro, a come fare ancora la sua parte, per dare all'Italia le riforme e le soluzioni che le servono e per dare ragione a tutti quelli che hanno voluto investirci della loro fiducia.
C'è moltissimo ancora da fare, ma questo sembrerebbe proprio un buon inizio.

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