mercoledì 25 giugno 2014

PROGETTARE PER TEMPO

(come un Comune può dare una mano ai cittadini, specie in tempi di crisi)
[Leggi il contributo del PD per il prossimo numero di QUI Oderzo]

Spesso pensiamo che, di fronte a una crisi come quella che da anni stiamo attraversando, le possibilità di cui dispone un Comune siano poca cosa e non permettano di incidere gran che nella vita dei cittadini. Ma è vero fino a un certo punto: se chi amministra sa guardare avanti e ha in mente un progetto per la città,
allora diventa possibile cogliere le (magari poche) occasioni che lo stato offre, mettere in moto e coordinare le energie anche dei privati e dei semplici cittadini, creare con poca spesa servizi che sfruttino le potenzialità del territorio e siano veramente utili.
Ma bisogna avere qualche idea su come si può rispondere alle sfide che abbiamo di fronte: la crisi ci può insegnare a consumare meno, a usare territorio e risorse in modo più ragionevole, con solo un po' più di disciplina e di senso del bene comune da parte di tutti. Non è impossibile vivere domani meglio di ieri, anche se non godremo più della stessa prosperità che abbiamo avuto (e in parte sprecato) negli scorsi anni. Non ci si può nascondere dietro le ristrettezze del bilancio per evitare di fare scelte coraggiose e investimenti che ci permettano di risparmiare migliorando, specie in prospettiva, la nostra condizione. Il PD di Oderzo da anni aveva proposto un piano per l'illuminazione pubblica che, esternalizzando il servizio, permettesse di risparmiare e che solo ora, con molto ritardo, verrà messo in atto. Il PD di Oderzo non condivide l'ostinazione e l'inerzia dell'amministrazione comunale nel respingere l'introduzione della raccolta dei rifiuti nella forma del “porta a porta spinto”, chiudendo gli occhi di fronte al degrado delle piazzole ecologiche e nascondendosi dietro un falso problema di costi anche quando salta fuori (Gazzettino TV del 20/6, p. XXV) che la tariffa di Oderzo è quasi la più alta fra quelle dei 40 comuni del suo Consorzio. IL PD di Oderzo da tempo suggerisce la strada del concorso di idee come metodo da utilizzare costantemente per progettare i futuri interventi: solo quelli strettamente necessari (come quello per l'area della stazione dei treni), senza più lasciare spazio alla cementificazione e al consumo di territorio. Abbiamo proposto per primi di sentire i cittadini su come sfruttare la grande occasione dell'acquisizione delle vecchie caserme, ma diciamo anche che il Comune avrebbe potuto arrivare a questa scadenza con qualche idea in più, visto che la discussione in proposito dura da tempo e parecchie ipotesi si sono già succedute e intrecciate. Molto dipenderà comunque dalla qualità del progetto, sulla quale intendiamo vigilare e dare un contributo utile, come sempre. Su questo tema, inoltre, stiamo preparando una ricostruzione sintetica di come si è sviluppato il dibattito negli anni (per questa e per altre questioni tenete d'occhio la nostra pagina web: pdoderzo.blogspot.it.)
Anche la scelta delle elementari di Piavon come progetto di edilizia scolastica da proporre per ottenere i finanziamenti sbloccati dal governo Renzi mostra qualche limite nella capacità di progettare da parte dell'amministrazione: non è la miglior risposta possibile rispetto alle necessità del territorio, per il quale l'urgenza fondamentale sarebbero state le scuole medie. Se, come aveva proposto tempo fa Eugenio Luzzu, si fosse predisposto per il complesso scolastico più centrale di Oderzo un piano di ristrutturazione o di nuova costruzione, magari per stralci, allora forse si sarebbe potuta sfruttare l'occasione per cominciare a mettere mano a un intervento davvero vitale. Ma nessuno ci ha pensato per tempo. Allora può starci che, nella necessità di dare rapidamente un'indicazione, si sia puntato su Piavon. Ma a questo punto anche qui molto si gioca sulla qualità del progetto: un edificio capace di svolgere funzioni diverse e di incoraggiare con i propri spazi iniziative e attività può dare un contributo decisivo alla vitalità e alla crescita di una frazione così importante. La partita è aperta: per Piavon e per tutta Oderzo.
Un aspetto sul quale l'amministrazione sembra essersi un po' svegliata (ma solo molto di recente...) è la necessità di essere più attivi nel cercare di sfruttare le risorse messe a disposizione dall'Unione Europea. Ma non crediamo che l'esempio dovrebbe essere quello del Giramonticano, faccenda sulla quale, pur sperando che si risolva per il meglio, continuiamo a essere perplessi rispetto all'utilità (pensate ai lavori sull'argine di Gorgo, zona campo sportivo, che tutti abbiamo sott'occhio quotidianamente: è davvero denaro ben speso?) e alla sicurezza (ma veramente crediamo che sugli argini possa esserci senza pericolo una presenza significativa di ciclisti e pedoni insieme?). Il Comune dovrebbe stimolare sempre cittadini e operatori a fare proposte e a concepire progetti, a cui poi spetta all'amministrazione, che tra i funzionari al suo interno ha delle valide professionalità, dare la forma più compiuta. I progetti non vanno concepiti strumentalmente, solo per poter ottenere dei finaziamenti, visto che i soldi ci sono: bisogna prima pensare e progettare in base a ciò di cui abbiamo veramente bisogno e poi cercare una risposta tra le possibilità offerte dall'UE. L'Europa ci finanzierà se chiederemo cose che davvero vanno incontro ad esigenze reali, non se cerchiamo in un modo qualsiasi di farci dare dei soldi perchè pensiamo che siano lì a disposizione.
In conclusione: l'amministrazione attuale ci lascerà in eredità alcune brutte cose, come la spianata da parcheggio industriale del vecchio Foro Boario o il nuovo supermercato di Trepiere al quale auguriamo ancora le migliori fortune sul piano commerciale ma che resta un'operazione sbagliata sul piano urbanistico per le dimensioni e la posizione della costruzione: su altri centri commerciali realizzati a Oderzo in zone da tempo destinate allo scopo o ricavati da precedenti insediamenti industriali nessuno ha avuto niente da ridire. Ma da adesso in poi è necessario limitare i danni e cercare invece di fare qualcosa di buono. Il Partito Democratico farà la sua parte.

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