di
Giuseppe Zago e Eugenio Luzzu
Da
sempre gli amministratori del nostro comune sostengono che il sistema
di raccolta dei rifiuti porta a porta spinto (d'ora in poi: PPS) è
troppo costoso. Recentemente Mario Gabrielli di Fontanelle,
consigliere provinciale Ncd, ha sollevato la questione rendendo noti
dati secondo cui pare che i costi dell'asporto rifiuti siano
aumentati enormemente da quando il servizio è affidato a società
partecipate. Ma a noi questi dati non sembrano convincenti:
di fronte
ad aumenti così evidenti, molti cittadini in TUTTA la provincia, in
particolare nei comuni che da anni si servono del PPS, avrebbero
dovuto lamentarsi apertamente.
Allora
intanto abbiamo fatto una semplice verifica empirica, chiedendo a un amico
di Ponte di Piave, che chiameremo Toni (1), di passarci le sue
bollette per fare un confronto. Toni è sposato, ha due figli e vive
in una casa indipendente, il che gli permette di fare da sé il
compostaggio dell'umido. Nella tabella qui sotto riassumiamo i dati
relativi al suo bilancio familiare per quanto riguarda la produzione
di rifiuto secco e l'asporto rifiuti.
Il
primo dato che emerge è che Toni non si è accorto più di tanto né
del passaggio alla raccolta differenziata eseguita da SAVNO né del
passaggio dalla differenziata al PPS (soprattutto se teniamo conto
del fatto che, malgrado la crisi, un minimo di inflazione andrebbe
considerata nel calcolo di un periodo così lungo). Il secondo è che
forse la differenziata ha insegnato a Toni a produrre meno rifiuti,
visto che è passato dai 12 svuotamenti dei primi 2 anni a una quota
che oscilla tra i 4 e i 7 negli anni successivi. Il terzo è che il
fatto di potersi compostare l'umido ha costituito per lui un
risparmio importante. Toni è soddisfatto del PPS e non tornerebbe ai
cassonetti. Come dargli torto, visto per esempio lo spettacolo che
questi offrono a chi vive a Oderzo? E' un dato isolato, ma perchè
non fare altre verifiche? Chiunque (fuori Oderzo) abbia
conservato tutte le bollette degli ultimi 10-15 anni è invitato a
comunicarci i dati o a passarci le bollette per farne copia
come molto gentilmente ha fatto Toni (2).
Allora
come si spiega il dato di Fontanelle? Non lo sappiamo: Gabrielli in un suo
volantino (che trovate a questo
link)
parla di “costo di smaltimento rifiuti che i cittadini di
Fontanelle hanno dovuto sopportare negli ultimi 10 anni”. Ma
Gabrielli intanto non ci dice da dove ha ricavato il dato e a quale
grandezza precisamente si riferisce (è la somma delle spese
sostenute da tutte le utenze, famiglie e attività produttive e
commerciali? Ci sono dentro anche le utenze degli uffici comunali e
delle scuole oltre che dei cestini delle immondizie pubblici?). E poi
non solo non tiene conto né dell'inflazione né del pur lieve
incremento che la popolazione di Fontanelle ha avuto nel periodo
considerato, ma soprattutto non ci dice un dato: la quantità di
rifiuti prodotti da Fontanelle nel periodo considerato, che potrebbe
fare la differenza.
Attenzione:
non diciamo che Gabrielli ha sicuramente torto, ma solo che i suoi dati
isolati non sono particolarmente significativi, così come non lo
sono molto neanche i nostri, pure isolati ed empirici (che però
comunque una piccola indicazione la danno). Per affrontare
razionalmente questo come altri problemi ci vuole uno studio serio e
complessivo, vanno raccolti tutti gli elementi necessari per farlo e
bisogna affidarsi a chi conosce bene il problema. Abbiamo cominciato a
farlo con la collaborazione del PD di Oderzo:
cercheremo di lavorare senza pregiudizi e in modo non ideologico, per
valutare l'indicazione di molti operatori del settore, secondo cui il
PPS oggi per la situazione italiana rimane la frontiera più avanzata
e il metodo capace di produrre i maggiori benefici per la comunità.
E' un'indicazione che intendiamo comunque verificare per proporre ai
cittadini un quadro il più possibile completo della situazione.
Inoltre:
non condividiamo i (pre?) giudizi negativi di Gabrielli sulla presenza
dei politici nelle partecipate, perchè conosciamo molti bravi
amministratori che hanno imparato a fare un buon lavoro cominciando
proprio dalla politica. (Noi del PD diciamo che si
tratta soprattutto dei “nostri” amministratori... - Eugenio Luzzu). Apprezziamo
comunque il contributo di Gabrielli: anche l'ipotesi che la gestione
delle partecipate sia orientata ad offrire i maggiori benefici non
tanto ai cittadini quanto ai gestori stessi è interessante e va
verificata. Infine: non siamo molto convinti che le prospettive di
soluzione indicate da Gabrielli siano così efficaci. Ad esempio:
come si fa a conciliare un gestore unico regionale, come lui propone,
con una maggiore presenza dei privati che presupporrebbe la presenza
di più soggetti e i benefici per l'utenza derivanti dalla
concorrenza fra di essi? E, a monte, se critichiamo le società
partecipate perchè ci pare facciano troppi profitti, come facciamo a
trovare la soluzione nel rivolgerci a soggetti privati il cui
intervento è per principio motivato soprattutto dal profitto?
Un'ultima
cosa: Gabrielli dice che Savno “nascondeva” i bilanci. Adesso il
bilancio si trova subito sul sito di Savno ed è immediatamente
consultabile. Qualcuno ci ha detto che prima non era così e che è
stato proprio l'intervento di Gabrielli a sbloccare la situazione. Ci
piacerebbe sentire la versione di Savno in proposito: faremo il
possibile per averla...
(1)
Precisiamo che Toni e la sua famiglia esistono davvero e che abbiamo
copia delle bollette, che potremmo anche mettere a disposizione di
chi volesse controllare.
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