domenica 10 luglio 2016

INFORMARE I CITTADINI, SVUOTARE LA CASERMA

Bisogna subito dare informazioni corrette a tutti i cittadini, iscrivere il comune di Oderzo alla rete SPRAR, predisporre un piano per svuotare l'ex-caserma
    

di Giuseppe Zago 

Il caso dell'ex caserma “Zanusso” di Oderzo mi pare precisamente un esempio di quelle situazioni in cui, visto che non riusciamo a capire i fatti e non ci sentiamo all'altezza di governarli, dimentichiamo che quello che succede dipende anche da noi.

Sembra in un certo senso che vogliamo che succeda qualcosa di negativo: una specie di masochismo di massa che spinge ad aspettarsi e quasi ad augurarsi che succeda qualcosa di grave, che si crei un clima di catastrofe.
Questo permette la strumentalizzazione, dà spazio alla demagogia, esalta l’ignoranza e indebolisce la società, perchè qualche imbecille si scatena e qualcun altro crea e manipola le notizie, anche ad uso politico.

Credo sia giunto il momento di dire “basta” e impegnarsi attivamente nel fare:

1. Informazione corretta a tutti i cittadini

Chi, se non l’istituzione, può trasmettere ai cittadini le giuste informazioni sullo stato della caserma, le condizioni igienico-sanitarie, il monitoraggio dell’operato della cooperativa?
Il Sindaco deve pretendere dal Prefetto una delega per poter espletare le funzioni di controllo sul territorio comunale e quindi avere accesso alle informazioni sul numero degli ospiti della caserma, controllare la gestione dell'accoglienza all’interno, garantire la sicurezza quando i richiedenti asilo sono in circolazione per la città.
In questo modo il Sindaco, attraverso i suoi organi di comunicazione, può fornire ai cittadini informazioni corrette e aggiornate ed accogliere – verificando – tutte e solo le segnalazioni di problemi che realmente possono arrecare disagio ai cittadini e rendere difficile la convivenza con il centro di accoglienza.

2. Iscrizione del Comune alla rete SPRAR

Da anni le minoranze, in particolare il PD di Oderzo, chiedono all’amministrazione di iscrivere il Comune alla rete SPRAR: non è stato fatto al momento giusto, il problema è stato sottovalutato e ora non c’è più tempo da perdere.
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di "accoglienza integrata" che vanno al di là della pura distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.
Gli enti locali che fanno parte del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e garantiscono interventi di "accoglienza integrata" ai richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale1.

3. Predisposizione di un piano gestionale di accoglienza diffusa che comporti lo svuotamento graduale della caserma.

Seguendo le procedure e le linee guida dello SPRAR, il comune può far partire un modello di accoglienza diffusa che coinvolga associazioni, cooperative del territorio, operatori del settore sociale, con una struttura operativa che permetta di garantire la completa formazione del richiedente asilo, preparandolo ad affrontare il delicato momento in cui, uscendo dal sistema di protezione, dovrà affrontare la realtà con i propri mezzi. Ma questo dovrà essere fatto coinvolgendo tutti i comuni del territorio, allargando la possibilità di distribuzione delle persone, evitando concentrazioni e situazioni di vulnerabilità della convivenza sociale tra cittadini e migranti.
Se il modello viene replicato estendendosi nel territorio si può gradualmente svuotare la caserma e chiuderne definitivamente l’utilizzo come “hub”, garantendo l’ospitalità per il valore delle quote assegnate al territorio, quindi senza incremento del numero dei profughi, ma generando un flusso virtuoso che permette di attuare quel principio di reciprocità tra chi accoglie e chi viene ospitato.

1 Questa descrizione è tratta letteralmente dal sito dello SPRAR (http://www.sprar.it/) che contiene moltissime indicazioni utili per chi voglia veramente informarsi.

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