L’elettorato democratico è stato determinante per far vincere Dalla Libera al ballottaggio. Tuttavia gli elettori del PD lo hanno votato non perché ne hanno approvato i metodi e la politica, ma piuttosto per evitare il ritorno della Lega e del suo modello, “manageriale” da un lato e clientelare dall’altro.
Il Sindaco rieletto non può pensare di gestire l’amministrazione locale in una logica di breve respiro, forte solo della propria capacità di raccogliere consensi in aree diverse e di tenere a bada le minoranze concedendo o negando piccoli vantaggi.
Oderzo e il suo territorio devono poter sviluppare le proprie importanti potenzialità nell’impresa, nel commercio, nell’agricoltura. Oderzo deve promuovere, insieme ai comuni del territorio, la realizzazione di una rete di comunicazioni e infrastrutture che renda l’area Venezia-Treviso omogenea e unitaria al proprio interno e la metta in comunicazione con le grandi direttrici dei trasporti e delle attività produttive.
Se il Sindaco raccoglierà seriamente questa sfida, troverà nel PD un interlocutore serio e costruttivo, come sempre. Altrimenti il suo progetto si esaurirà e la sua amministrazione rimarrà inerte e passiva anziché favorire una fase di autentico sviluppo per la città.- Leggi il testo integrale dell’O.d.G. approvato dall’assemblea degli iscritti del 6 luglio 2011
Partito Democratico - Oderzo: Ordine del giorno approvato dall’assemblea degli iscritti del 6 luglio 2011
A Oderzo la lista del partito democratico non ha avuto il consenso elettorale che ci si aspettava. Si sa, nelle competizioni elettorali c’è chi vince e c’è chi perde. E non sempre si perde o si vince sui programmi e sull’idea di città. E’ stata un’esperienza, di cui faremo tesoro e di cui assumiamo piena e consapevole responsabilità.
Una vicenda amministrativa locale su cui ha inciso la congiuntura economica del paese, portatrice di paure e conservatorismi, e non poco hanno inciso la qualità delle compagini in campo, non ultima l’insofferenza della città verso la prospettiva di un ritorno della Lega. Un movimento politico che da una parte mostra efficienza e managerialità nella gestione amministrativa e dall’altra tende ad occupare sbrigativamente ogni anfratto del potere locale. A Oderzo, che ha respinto l’annessione, si è materializzata l’inadeguatezza del modello di potere esportato nel nord-est dalla Lega Nord.
Ha vinto al secondo turno l’avv. Piero Dalla Libera, sul cui nome al ballottaggio è arrivato in soccorso l’elettorato democratico col suo 15%, che, lo si ammetta o no, è stato con tutta evidenza determinante come lo fu la volta scorsa.
Lo dice la logica dei numeri e lo tenga presente la compagine civica dell’avv. Dalla Libera. Una vittoria siffatta non significa una piena adesione della città ai suoi programmi e al suo modo di governare. Se così fosse, dopo cinque anni di rodaggio, avrebbe conseguito un successo maggioritario al primo turno.
Ma ora Dalla Libera deve saper guardare oltre l’orto di casa, agire oltre l’abbraccio soave con la cittadinanza, incline per antico sentire a sostenere un amico del borgo natio. Deve acquisire consapevolezza che Oderzo si trova in un comprensorio di frontiera tra Veneto e Friuli, in cui vanno perseguite politiche di sinergia e integrazione dei servizi ai residenti e all’impresa. Deve sapere che Oderzo ha una vocazione agricola e commerciale millenaria che va valorizzata al di fuori dei confini comunali. Che l’isolamento dal resto della provincia porta il suo apparato produttivo ad allentare il legame con la più ampia area vasta cha va da Mestre a Trieste, innervata nella cosiddetta direttrice di sviluppo Lisbona-Kiev, zona strategica nei rapporti con l’Europa balcanica e caucasica.
Oderzo deve mettersi in rete con l’area metropolitana di Venezia-Treviso e con la riviera adriatica, pena l’isolamento. Nel Veneto orientale deve diventare protagonista insieme agli altri centri importanti come Motta di Livenza, Portogruaro e San Donà di Piave, rivendicare la metropolitana di superficie quale cordone ombelicale per alimentare i distretti produttivi e quindi l’occupazione soprattutto giovanile. Da Oderzo si dovrà raggiungere in venti/trenta minuti l’aeroporto di Tessera e di San Giuseppe, come i centri universitari di Venezia e Padova e i servizi quaternari ad alta specialità. I frutti non si vedranno nell’arco di mesi ma nell’arco dei prossimi lustri, decisivi per la tenuta della qualità della vita nel nordest come a Oderzo.
Tutte cose che hanno a che fare con la politica e la buona amministrazione. Non potremo impunemente importare manovali ed esportare laureati ancora per lungo tempo. Per resistere e competere, le nostre aziende devono poter far sistema, legarsi al territorio, mettersi al passo con la ricerca, poter contare sulla semplificazione della burocrazia e su un sistema infrastrutturale materiale ed immateriale di cui gli enti locali restano i promotori e i protagonisti.
Se Dalla Libera guarda a questi temi, allora il PD avrà trovato un interlocutore. Se invece ci si volesse “ammaestrare” con le lusinghe, ricetta bastone e carota, o “ammonire” con prediche autoassolutorie e autocelebrative tipo quelle del vicesindaco (vedi la recente intervista del vicesindaco de Luca alla stampa locale), cui il PD ha pagato il biglietto di andata al governo della città, con tanto di dote generosa fatta di idee e programmi, allora davvero sarebbe finita la luna di miele, e il modello autarchico della giunta Dalla Libera si avvierebbe ben presto a un inesorabile declino.
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