(dall'intervento di Eugenio Luzzu nel Consiglio Comunale di venerdì 13/4/12)
Prendo atto del fatto che la normativa
vigente impone di chiudere il comprensorio opitergino, ma contemporaneamente chiedo
al Sindaco di impegnarsi in maniera fattiva per coinvolgere i comuni che ne hanno
fatto in un progetto che li porti, attraverso gli strumenti previsti dalla
Legge, a condividere alcuni importanti servizi.
E’ chiaro a tutti che per realizzare
questo progetto devono essere chiarite e superate le cause che di fatto hanno portato
al fallimento l’attività del comprensorio, prima opitergino-mottense poi solo
opitergino. L’uscita di Motta e Meduna, la scarsa voglia di condivisione di idee
e progetti, forse anche la mancanza di figure capaci di raccogliere un certo consenso
trasversale anche al di fuori del proprio comune, come ad esempio seppero fare Zulian
e Covre in periodi e contesti diversi, hanno fatto sì che in questi ultimi anni
di vita l’ente sia servito davvero a poco.
Noi opitergini possiamo dire che il nostro
Sindaco non ha fatto abbastanza. E di questo siamo sicuri. Il Sindaco ci potrà
rispondere che anche gli altri comuni non si sono particolarmente impegnati. E anche
questo è vero.
Ma resta il
fatto che è mancato l’impulso
necessario ad mettere in atto una reale collaborazione tra i comuni dell’opitergino.
Potevano partire in questi anni progetti importanti per ridurre le SPESE e mantenere, anzi,
incrementare, i SERVIZI ai cittadini che, con la ricchezza – non solo
economica – che producono e con tutte le tasse che pagano credo proprio se lo
meritino.
Comunque sia signor Sindaco, ora le chiediamo di guardare con più attenzione oltre i confini di Oderzo.
Si deve essere consapevoli che Oderzo si trova in un comprensorio
di frontiera tra Veneto e Friuli, in cui vanno perseguite politiche di sinergia
e integrazione dei servizi ai residenti e all’impresa. E’ urgente cercare un
rapporto organico con gli altri comuni, accorpare servizi per risparmiare e
mantenere la qualità.
Nessuna volontà egemonica: Oderzo deve
fare in modo di creare assieme agli altri comuni una “massa critica” capace di
pesare e di esercitare attrazione, al di là dell’appartenenza politica. Ci sono
ragioni forti per collaborare: possiamo fare scelte coraggiose che diano
slancio a un territorio che negli ultimi anni si è mosso col freno a mano
tirato.
Per questo Le chiediamo un impegno
forte e costante per avviare coi Sindaci dell’Opitergino-Mottense una
discussione organica e fattiva sui servizi che si possono condividere.
Le forme di associazione tra Comuni
sono uno Strumento prezioso per continuare
a garantire a tutti i cittadini del nostro territorio pari
dignità, parità tendenziale nell’accesso ai servizi, parità nell’esercizio dei
diritti civili, economici e sociali.
Questo sarà essenziale per evitare che, a
causa sia della situazione economica,
che riduce le entrate nelle casse comunali, sia dei sempre minori trasferimenti dallo Stato centrale, l’Opitergino-Mottense diventi da territorio dove si sta bene, un’area in cui, come sta già accadendo, diventa difficile mantenere lo
stesso standard di servizi offerto dai Comuni fino ad oggi.
Lavorare
assieme agli altri Comuni amplia la disponibilità di servizi e offre una
maggiore qualità, efficienza, efficacia ed economicità, per quelli già in
funzione. Inoltre, e soprattutto, può realizzare una forte economia di scala, fattore che deve far riflettere gli
amministratori sulla bontà di questa scelta.
Oltre a questo
fondamentale aspetto, lavorare assieme agli altri Comuni può permettere a
cittadini e amministratori locali di riappropriarsi
del governo complessivo di un territorio, riunirlo e coordinarlo attorno a un
progetto, secondo un’idea rinnovata di
sé e del proprio futuro, promuovendone la crescita civile, economica e
sociale e creando le condizioni per uno sviluppo sostenibile e di qualità.
Quando i
comuni dell’Opitergino-Mottense si sono uniti attorno a un progetto – ad
esempio la ricalibratura della Postumia
– hanno ottenuto un risultato importante e utile a tutti i cittadini, in poco tempo e con una spesa ragionevole.
In questi anni invece si è perso tempo su
altri temi che interessano tutti gli abitanti dell’Opitergino-Mottense, ad
esempio:
-
La tangenziale
di Ponte di Piave (problema
di tutti i cittadini dell’opitergino
-
Il
completamento della tangenziale di Oderzo;
-
La caserma dei
Vigili del Fuoco;
-
La
metropolitana di superficie (abbiamo sempre meno treni al nostro servizio);
-
Il consorzio
delle Polizie Municipali (ancora in fase embrionale).
Vorremmo che la chiusura dell’esperienza
del comprensorio facesse da volano all’unione delle forze di tutti i comuni
dell’opitergino-mottense: possiamo,
come prevede il DL 31/5/2010, n.78, articolo 14, unire le funzioni di:
a) amministrazione,
gestione e controllo,
b) polizia locale;
c) istruzione pubblica, compresi i servizi
per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché
l'edilizia scolastica (Liceo Classico);
d) nel campo
della viabilità e dei trasporti (Tangenziali
– Metropolitana “Leggera”)
e) riguardanti la gestione del territorio e
dell'ambiente (Mercato del Bestiame)
f) funzioni del settore sociale (sono triplicate le richieste di sussidi).
La invito
quindi, Signor Sindaco, a non ‘aspettare gli eventi’ e a essere parte attiva proponente su questi temi nei
confronti dei suoi colleghi, anche per non disperdere i risultati utili (e ce ne
sono) prodotti nel tempo dal Comprensorio Opitergino-Mottense.
Nessun commento:
Posta un commento