La
vittoria del del centrosinistra nelle recenti elezioni amministrative
è motivo per tutti noi di grande soddisfazione. In particolare siamo
felici per l'elezione di Giovanni Manildo a Sindaco di Treviso, che
ci fa intravvedere possibilità positive per i prossimi tempi e ci dà
l'esempio di come un lavoro capillare e intelligente possa dare buoni
frutti anche in un territorio tradizionalmente sfavorevole come il
nostro. Un buon segnale viene anche dall'affermazione di Ignazio
Marino a Roma e, a livello locale, di Andrea Cereser a S.Donà, anche
se il fenomeno imponente dell'astensione deve far riflettere noi non
meno di tutte le altre forze politiche.
Infatti
questo risultato importante non può farci dimenticare la difficoltà
della situazione a livello nazionale. Sappiamo tutti quanto i mesi
che stiamo vivendo saranno decisivi: per l'Italia prima che per il
PD. La durata e le prospettive del governo di Enrico Letta restano
incerte, come dimostrano le tensioni che emergono al suo interno ogni
volta che c'è una scelta importante da fare e che fino ad ora ne
hanno rallentato, se non bloccato, l'azione.
Restiamo
disposti a sostenere lealmente il governo nel suo difficile compito
di realizzare pochi importanti e necessari interventi: in primo luogo
quello sulla legge elettorale, per la quale restiamo convinti che il
PD dovrebbe confermare con chiarezza e convinzione la sua storica
scelta del doppio turno (sia per il candidato premier che per i
collegi uninominali), e poi delle misure efficaci a sostegno dello
sviluppo, del lavoro e dell'occupazione, che speriamo saranno varate
presto. Ma ai nostri occhi resta ancora chiaro il carattere
innaturale della collaborazione con un centrodestra che è tuttora in
grado di esercitare sul governo un'influenza decisiva, nonostante le
sue pesanti ed evidenti responsabilità nell'attuale crisi e la quasi
totale assenza di un reale rinnovamento al proprio interno.
Del
resto fin da principio ci è apparso difficile il compito di un
governo che comunque, per durare, potrebbe essere costretto a
compiere scelte di compromesso, tali da scontentare ulteriormente i
nostri elettori, dopo che gli errori commessi nella gestione della
campagna elettorale e dell'elezione del Presidente della Repubblica
hanno provocato delusione e disaffezione in molti sostenitori del PD.
Tra i delusi ci siamo naturalmente anche noi, che pure restiamo al
nostro posto dentro il PD in un momento così difficile per la crisi
economica e l'incertezza della politica.
I
buoni risultati del recente turno delle elezioni amministrative non
hanno dunque modificato la nostra opinione sui prossimi sviluppi
immediati, tenendo anche conto del fatto che quasi dovunque
l'astensione si è avvicinata alla soglia 50% dei votanti,
superandola talvolta. Crediamo che il governo Letta potrà ottenere
dei risultati solo se nel frattempo il PD si preparerà a costruire
nel prossimo congresso le basi per un'alternativa valida, capace di
proporsi subito agli italiani, nel caso comunque possibile di nuove
elezioni politiche in tempi brevi, con più credibilità e con
maggiore successo di quanto abbiamo fatto nella scorsa occasione.
Solo in questo caso il governo potrà proporre e realizzare riforme
incisive e coerenti con i nostri principi e obiettivi, costringendo
il centrodestra sulla difensiva, sfuggendo alla trappola del
compromesso e riprendendo l'iniziativa anche sul piano della
comunicazione, non permettendo più a Berlusconi di provare tutti i
giorni a presentarsi come il principale artefice dei buoni risultati
dell'azione del governo (sperando che ce ne siano...).
Riteniamo
che il prossimo congresso del PD dovrà determinare un rinnovamento
ampio e profondo del gruppo dirigente. E' necessario che una parte
significativa di coloro che, con risultati così deludenti, sono
stati al vertice del partito negli ultimi mesi, facciano un passo
indietro e assumano ruoli non di primo piano lasciando spazio a una
nuova dirigenza. L'indispensabile ricerca delle responsabilità per
gli errori commessi, particolarmente in occasione della drammatica e
scandalosa mancata elezione di Romano Prodi a presidente della
Repubblica, deve essere condotta con equilibrio e senso
dell'interesse comune, senza provocare ulteriori lacerazioni
all'interno del partito.
Il
congresso dovrà mettere a confronto idee, persone e proposte in modo
da superare l'eccesso di divisioni interne che tanti danni ha
prodotto e da affidare la guida del partito a una maggioranza solida
che, nel rispetto delle minoranze, sia in grado di ritrovare la
sintonia con il paese. Il PD deve privilegiare chiaramente la
soluzione dei problemi dell'Italia sugli equilibri interni, guardando
meno a sé stesso e più all'urgenza della crisi e alle sofferenze
delle persone.
La
vittoria nelle amministrative a Treviso, a Roma e in tutti i comuni
capoluogo non deve minimamente indebolire la nostra intenzione di
cambiare radicalmente il partito. Semmai, la conferma del fatto che
sul territorio si riesce ancora a fare un buon lavoro, che le persone
e le proposte del PD riescono a trovare interesse e consenso presso
gli elettori, deve spingerci a ripartire dal corpo ancora sano e
valido del partito per dare ancora maggiore intensità alla nostra
azione di rinnovamento.
Circolo
PD Oderzo
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