Così si presenta una "piazzola ecologica" a Oderzo. Foto scattata la mattina del 12 aprile 2014 |
Venerdì 4 aprile scorso il circolo PD di Oderzo ha organizzato un importante incontro sulla questione ambientale, coordinato dal capogruppo Eugenio Luzzu, con la partecipazione di Chiara Braga, deputata PD, componente della nuova Segreteria Nazionale PD e responsabile nazionale PD per l'ambiente, e di Giampaolo Vallardi, presidente del C.I.T. e sindaco uscente di Chiarano (1).
Quello
che intendevamo ottenere, con lo spirito costruttivo che da sempre ci
contraddistingue, non era tanto un risultato politico in termini di
visibilità e testimonianza (risultato che pure ci sembra sia
arrivato): la nostra speranza era soprattutto quella di smuovere
l'amministrazione comunale di Oderzo dalla sua miope ostinazione nel
continuare a respingere una scelta, quella della raccolta dei
rifiuti porta a porta
(nella versione “spinta”) che non solo tutti i
comuni della provincia hanno adottato con soddisfazione, ma che oggi
si presenta chiaramente come una scelta di civiltà, illuminata e
progressiva, e appare evidentemente (da tempo lo sosteniamo) come il
modo migliore sia di affrontare il problema delle scoasse
recuperando il massimo possibile
di risorse, sia di
abituare i cittadini ad avere cura dell'ambiente, diffondendo una
mentalità attenta e sensibile. Su come è andata abbiamo tre cose da
dire e le diciamo in ordine di importanza.
- Il sindaco Dalla Libera non si è convinto. Ce lo fa sapere attraverso un articolo pubblicato domenica 6 aprile dalla Tribuna, nel quale chiude la porta a ogni possibilità di cambiamento in questo senso da parte del comune di Oderzo, sostenendo che “finchè ci sarà lui” Oderzo non passerà mai al “porta a porta”, un sistema che “costa di più ed è scomodo”, che “anche gli entusiasti di oggi in futuro si ricrederanno” e che lui è “orgoglioso” del sistema tradizionale e di non partecipare all'“ammucchiata dei comuni della provincia” (le citazioni dall'articolo sono quasi letterali: potete controllare QUI).
Allora:
- Peccato che il sindaco, invitato, non abbia potuto essere presente. Forse sarebbe riuscito a convincere Vallardi che il “porta a porta” costa di più, mentre Vallardi ha detto chiaramente che SAVNO è in grado di applicare per quel sistema la stessa tariffa che vale per la raccolta tradizionale (visto il risparmio che si ottiene per la maggior quantità di rifiuto effettivamente riciclabile e per l'assenza dei costi di pulizia delle piazzole). Però avrebbe almeno potuto spiegare le sue ragioni al vicesindaco De Luca e al consigliere Montagner, che erano presenti ma evidentemente non le conoscevano, visto che sono rimasti scrupolosamente in silenzio e non hanno trovato argomenti per rispondere alle tante sollecitazioni dirette esplicitamente a loro anche dalla brava e competente Chiara Braga.
- Molte di queste sollecitazioni puntavano sul fatto che, al di là del costo diretto (che pure, ripetiamo, oggi non è più un problema reale), la scelta di un metodo di raccolta che produce risultati migliori porta in prospettiva (e non in tempi lunghi) a far risparmiare sia l'amministrazione che i cittadini. Tutto questo anche senza considerare né il vantaggio per l'ambiente nè la maggiore pulizia per la città: tutte cose alle quali invece noi teniamo parecchio. Il porta a porta è scomodo? E' come dire che l'educazione e la sensibilità ambientale sono scomode. Il saldo tra impegno richiesto e risultati è certamente positivo dalla parte dei risultati. Se dovessimo pensare solo al costo iniziale non compreremmo mai neanche una lampadina fluorescente o a LED. Comportarsi in modo più civile non è mai scomodo.
- Ammucchiata? TUTTE le amministrazioni (di tutti i colori...) della provincia di Treviso si sono convertite, da tempo o recentemente, a questo sistema. Tutti scemi? Ma il nostro sindaco è convinto di avere ragione e fieramente proclama (anzi, profetizza) che gli altri si ricrederanno e torneranno indietro. Chissà come fa a saperlo: io vado a scuola a Motta tutte le mattine e un paio di volte alla settimana vedo in ordine sui marciapiede i sacchi della carta o i bidoni della plastica destinati a sparire nel giro di pochi minuti. E niente cassonetti che puzzano e colano o attorno ai quali i rifiuti in certi giorni si ammucchiano. Abbiamo tutti amici e conoscenti che vivono nei paesi vicini che fanno il “porta a porta” e, onestamente, voi chi sentite che si lamenta del sistema o della spesa? Nessuno. Ricordo ancora che diversi anni fa (nel 2010) ho conosciuto a una festa di nozze delle persone di Ponte di Piave che, parlando casualmente di questo argomento, mi hanno detto che sì, all'inizio c'è stato da abituarsi un po', ma una volta “preso il giro” le cose sono andate bene, sostenendo con fermezza che non sarebbero mai tornati indietro alla sporcizia e al disordine dei cassonetti. Senza contare che una delle ragioni per cui nei cassonetti di Oderzo troviamo di tutto è proprio il “turismo dei rifiuti” che spinge qualche furbo e maleducato a scaricare i suoi a casa nostra per pesare meno sulla propria bolletta. Qualcuno mi ha detto che Oderzo è il contrario del “paradiso fiscale”, dove si porta il denaro per non pagare le tasse: da noi c'è il purgatorio de le scoasse: dove si portano i rifiuti per non pagare la tariffa.
- Per concludere questo primo punto, diciamo che ci pare preoccupante che il Sindaco sia orgoglioso dei suoi cassonetti. Forse non ha molto altro di cui esserlo. Del resto: potrebbe essere orgoglioso del parcheggio nel Foro Boario vecchio (una spianata da supermercato di periferia a cinquanta metri dalla Piazza Grande e dal Foro romano)? Oppure del nuovo ipermercato sulla Postumia in direzione di Rustignè, con annessa ennesima rotonda? Aspettate: domani ci dirà che anche di queste cose è orgoglioso. A noi sembra tanto che siamo di fronte al caso di qualcuno che dice che va tutto bene perchè non ha voglia di sbattersi: lo abbiamo capito, in questi sette anni, che su molte questioni il principio d'inerzia è la vera legge fondamentale di questa amministrazione.
Vallardi, Chiara Braga e Eugenio Luzzu durante l'incontro del 4 aprile scorso
- Nessuno più di noi ama e difende la libertà di stampa e questo vale in ogni occasione. Ma la stessa libertà di replicare e precisare ce l'abbiamo anche noi, se ci pare che alle cose non si sia dato il rilievo che meritavano. Per esempio: ci pare molto discutibile che il punto centrale della serata di venerdì, tanto da meritare il titolo dell'articolo della Tribuna di domenica (rimettiamo il link QUI), sia stato il cenno fatto da Vallardi a un'app che ci permetterà (speriamo) se vediamo abusi o errori nella raccolta dei rifiuti, di mandarne subito a Savno la foto. Riepiloghiamo: una serata organizzata dal PD, ottimamente preparata e gestita da Eugenio Luzzu (che nell'articolo non viene neanche nominato...); una deputata PD, donna, giovane, competente (e lombarda), scelta dal Presidente del Consiglio Renzi per il vertice del PD ed esperta di ambiente; una questione chiave come la raccolta “porta a porta” su cui il PD di Oderzo ha intenzione di insistere fino a quando non si cambieranno le cose. E tutto questo pare passare in secondo piano rispetto all'app di Vallardi, del quale la Tribuna mette sul sito anche una bella foto: ci permettiamo di osservare che non ci pare la migliore ricostruzione possibile della serata. Spieghiamoci la cosa con una battuta: può darsi che la Tribuna voglia particolarmente bene a Vallardi, come sembra dimostrare l'attenzione rivolta anche ad altre sue presenze pubbliche come quella, particolarmente significativa, in cui il sindaco uscente di Chiarano ha, pare, distribuito pulcini ai bambini del paese (clicca il link per leggere l'articolo). Non importa: la stampa, appunto, è libera e fa il suo lavoro. Poi se serve noi siamo qui, altrettanto liberi, per precisare.
- Nei giorni che hanno preceduto l'incontro di venerdì 4 è stata animata sulle pagine di facebook una piccola polemica (alla quale si è associato tra gli altri, pochi per la verità, il consigliere Montagner) nata dal fatto che alcuni dei semplici volantini che avevamo diffuso per pubblicizzare l'iniziativa sono stati, pare, trovati per terra. Precisiamo ancora una volta che:
- i nostri volontari sono esemplari per esperienza e correttezza e non si sognano di buttare per terra in disordine volantini che, per quanto semplici, richiedono uno sforzo di preparazione e hanno un costo: tutti i volantini sono stati infilati nelle cassette della posta o sotto il tergicristallo della macchina
- può succedere piuttosto che chi trova il volantino lo butti per terra, caso in cui la responsabilità del gesto è ovviamente di chi butta, non di chi ha distribuito e poi non ha molte possibilità di impedire che la carta venga dispersa in giro. Questo del resto accade ai molti operatori economici che certo non per questo rinunciano a farsi pubblicità con dei volantini e che giustamente non subiscono i piccoli processi gratuiti che sono toccati a noi
- in base a quello che ci è stato detto ci siamo anche chiesti se per caso qualcuno non abbia raccolto un certo numero dei nostri volantini per buttarli in giro apposta e magari darcene la colpa, perchè (chissà) gli dava fastidio la nostra iniziativa, ma questa è solo un'ipotesi sulla quale non perderemo altro tempo; anzi: cercheremo di ricavare qualcosa di positivo dalle critiche che ci sono state fatte, facendo un piccolo sforzo in più per evitare che la nostra propaganda provochi disordine, per esempio inserendo a margine dei nostri prossimi volantini un invito a non disperdere la carta nell'ambiente.
Piuttosto:
di fronte a questo piccolo attacco strumentale abbiamo pensato che
tutta questa attenzione critica nei nostri riguardi non era proprio
ovvia. Così ci siamo detti che pochi volantini per terra non sono
una bella cosa ma, come abbiamo già detto, dei cassonetti
puzzolenti e pieni di materiali anche impropri sono decisamente
peggio. Ma soprattutto ci è venuto in mente che in un recente caso
analogo non c'è stato un grande scrupolo per il rispetto delle
regole. Mi riferisco al fatto che in occasione del recente
sondaggio-farsa (2)
sull'indipendenza del Veneto sono stati affissi dovunque (li abbiamo
visti tutti sulle rotonde delle strade, sulle vetrine dei negozi
sfitti, sulle pensiline delle fermate degli autobus, sui
lampioni...) molti manifesti che propagandavano il cosiddetto
“plebiscito”. Certamente in tutti questi casi si trattava di
affissioni abusive, visto che non venivano affatto utilizzati gli
spazi autorizzati e certamente non era stata pagata alcuna tassa per
l'affissione. Qualcuno ha polemizzato in quel momento di fronte a
un'evidente irregolarità? E il comune di Oderzo ha forse dato
istruzioni ai vigili perchè rimuovessero i manifesti o ha cercato i
responsabili per multarli? Mi risulta che in entrambi i casi la
risposta sia: no. Ma allora mi chiedo: perchè no? Chissà se
qualcuno è in grado di rispondere...
(2) Quello con 2500000 di voti proclamati e 100000 – di cui un decimo
provenienti dal Sudamerica - conteggiati dagli esperti informatici;
quello con alla fine poche centinaia di persone in piazza a Treviso
a festeggiare; quello il cui promotore più noto riceve una pensione
da parlamentare e sottosegretario dalla Repubblica Italiana (vedi
QUI
l'intervento di Floriana Casellato, deputata PD). Attenzione: il
sondaggio è stato una farsa ma sappiamo bene che il malessere è
concreto e chiede risposte, per esempio, secondo noi, quelle che
propone il sindaco di Treviso Giovanni Manildo (leggile QUI).
Ma questo punto meriterebbe una discussione che certamente non
faremo ora.
Sono un cittadino di Oderzo e ho partecipato all'incontro del 4 aprile sulla gestione dei rifiuti.
RispondiEliminaDal punto di vista tecnico i dati esposti, confermati tra l'altro dagli studi europei di settore hanno dimostrato il vantaggio di incentivare la raccolta porta a porta in quanto produce risparmio in termini di quantità di rifiuto conferito, qualità del rifiuto per il riciclo e maggiore produzione energetica attraverso pirogassificatori che utilizzano la parte secca.
L'aspetto più sorprendente è che il Comune di Oderzo non abbia aderito al consorzio servizi di igiene del territorio come già fatto dagli altri Comuni.
Ancora più sorprendente risulta il silenzio degli amministratori che non sono in grado di giustificare con dati tecnici - economici la scelta di rimanere nel metodo di raccolta differenziata con le piazzole, esprimendosi solo attraverso dichiarazioni superficiali e senza fondamento.
Suggerisco quindi necessario che il gruppo PD con Sandro Battel e Eugenio Luzzo si renda promotore di una mozione da presentare al Consiglio Comunale corredata di un dossier tecnico che metta a confronto i dati già noti sulla produzione del rifiuto e i costi-benifici nella variazione di sistema di raccolta, tali dati valorizzati economicamente dovranno essere confrontati con i costi di bilancio del Comune da cui ricavare il valore di risparmio economico derivante.
Proporre quindi al C.I.T una nuova contrattazione del servizio ( S.A.V.N.O.) che permetta di ridurre la tariffa ai cittadini , rispetto all'attuale.
Se si dimostra tutto questo , il cittadino risulta incentivato nella applicazione del nuovo sistema di raccolta, con un nuova tariffa puntuale basata sulla quantità e qualità dei rifiuti conferiti da ciascun utente.
Da studi di settore con questo sistema si può ridurre il quantitativo medio pro-capite dei rifiuti da 450-500 kg a 340 Kg con notevoli risparmi nel costo del servizio.
Credo per concludere che difronte ai numeri i nostri Amministratori non possono rispondere in maniera evasiva ma dovranno dimostrare con lo stesso metodo la validità o meno dei dati e farsene una ragione .........
Giuseppe Zago
giuseppe.zago3@gmail.com
Grazie Giuseppe, il tuo stimolo e il tuo suggerimento sono preziosi come sempre. Credo che faremo come dici.
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