domenica 23 ottobre 2011

LA SOLITUDINE DEL CAPOGRUPPO DEMOCRATICO

Ultimamente mi sono sentito un po’ solo in Consiglio Comunale…
Nelle ultime due sedute sono state messe all’ordine del giorno due mozioni che hanno suscitato lunghe discussioni e anche acceso un po’ gli animi: lo scorso 14 settembre alcuni consiglieri di maggioranza hanno proposto un appello alle più alte autorità dello stato per promuovere una riduzione dei costi della politica, mentre il 30 settembre la giunta ha proposto di sollecitare Stato e Regioni che tardano ad erogare i contributi necessari alle scuole dell’infanzia paritarie, quelle gestite, in genere, da istituzioni ecclesiastiche.
Su questi temi si sono scatenate discussioni di ampio (?) respiro politico e di lunga durata: andate a vedere il verbale del 14/9 sul sito del Comune e troverete che il dibattito sui costi della politica occupa le pagine 30-66 del verbale su 73 pagine in tutto (5 pagine vanno per la premiazione dei pattinatori…). Su questi temi tra la maggioranza e le altre minoranze (Pdl e Lega) non solo si sono scomodati i massimi sistemi,
tirando in ballo il federalismo, i poteri forti, la legge elettorale e molte altre cose più o meno rilevanti, ma si è anche verificato qualche scambio di battute un po’ “acido”, tanto che in entrambe le occasioni i consiglieri di minoranza, tutti tranne me, se ne sono andati per protesta dalla sala del Consiglio prima della discussione dell’ultimo punto all’ordine del giorno, che il 14 era l’approvazione del documento programmatico di mandato e il 30 l’approvazione del piano generale di sviluppo 2011-2016.
E’ vero che questi punti sono faccende un po’ scontate: il Sindaco e la Giunta propongono la loro lista di buone intenzioni, in gran parte condivisibili, tanto che in entrambe le occasioni mi sono astenuto, come spesso si fa in questi casi, invece di votare contro. Ma almeno sono problemi che interessano direttamente i cittadini e sui quali, con lo spirito costruttivo che mi pare giusto dimostrare sui problemi amministrativi, ho avanzato anche qualche proposta.
Quello che trovo strano, quindi, è il fatto che in consiglio si discute a lungo e ci si accapiglia su questioni sulle quali non abbiamo praticamente nessuna possibilità di influire davvero (sta a vedere che domani la classe dirigente italiana decide di impegnarsi contro sprechi e privilegi perché gliel’ha chiesto il Consiglio Comunale di Oderzo… l’intenzione è buona, d’accordo, ho votato a favore, ma sai che roba…), e poi addirittura si esce quando ci si potrebbe confrontare almeno un po’ su cose concrete. Tra l’altro questo mi espone al “pericolo” di ricevere per questo i complimenti  del Sindaco e dei consiglieri di maggioranza.
Su un punto posso essere d’accordo: i cittadini ci hanno eletto per affrontare e risolvere problemi: mettere al centro dei consigli questioni anche importanti ma di cui possiamo discutere finché vogliamo senza ottenere nessun risultato vuol dire rinunciare in parte a svolgere la nostra funzione principale. Per questo capisco che qualcuno si possa sentire fuori luogo.
Ma se si  “abbandona il campo” non solo si rischia di perdere qualche occasione per portare l’attenzione sui problemi veri, quelli sui quali l’amministrazione esita e non interviene, ma ci si mette nella condizione di essere rimproverati, magari in modo pretestuoso, come oppositori poco disposti a collaborare e ostili per pregiudizio.
Certo, gli altri fanno quello che vogliono. Ma mi sembrava necessario chiarire le ragioni per cui io mi comporto in un certo modo, anche per evitare che si pensi a passaggi di campo o cose simili (e magari quelli che insinuano queste cose sono gli stessi che prima delle elezioni davano per fatto l’accordo tra il Pd e la Lega…)
Non è così: resterò naturalmente dove sto e  farò quello che ho sempre fatto fin qui: valutare le questioni per quello che sono, pensare seriamente ai problemi dei cittadini e lavorare per cercare di risolverli, facendo opposizione sulle scelte che non mi convincono, ma sempre chiarendone  le ragioni e provando sempre a proporre un’alternativa.                                                                                                       Eugenio Luzzu

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