Postiamo la relazione
dell’Arch. Fabio Casonato sulla proposta di un nuovo intervento nell’area del
sottopasso ferroviario all’imbocco di via Garibaldi. La reazione è stata
utilizzata da Eugenio Luzzu per il suo intervento nel Consiglio Comunale dello
scorso 6 giugno, insieme alle osservazioni di altri tecnici (gli architetti Renzo
Zago, Guido Bellis e altri). Ringraziamo tutti gli esperti che hanno accettato di
darci un loro contributo, come pure l’Arch. Dario che ha avuto il merito non
indifferente di sollevare il problema e aprire la discussione.
In riferimento alla proposta di realizzare una nuova rotonda
di accesso a via Garibaldi in sostituzione dell’attuale raccordo, anche
considerando il nuovo progetto come migliorativo dell’attuale situazione, c’è
l’obbligo di chiedersi se le migliorie e i vantaggi che ne conseguono siano
tali da giustificare una spesa di questo tipo, soprattutto in tempi in cui le
amministrazioni comunali dispongono di limitatissime risorse finanziarie.
Collocata in questo contesto, già una valutazione sulle priorità ci
suggerirebbe di dire che l’opera non è opportuna.
Potremmo dire che l’idea sarebbe buona se non esistesse già quanto realizzato, che comunque, va ricordato, è il frutto di una serie di condizionamenti dati dalla riattivazione della ferrovia e insieme della mancata realizzazione del tratto di circonvallazione nord-ovest, classico esempio di una pianificazione e programmazione territoriale poco lungimirante.
Tuttavia anche entrando nel merito dell’opera emergono molti dubbi
sui vantaggi prospettati. Dubbi non tanto sull’opera, alla quale si potrebbe
riconoscere un minor impatto rispetto all’attuale, ma sui vantaggi previsti per
via Garibaldi.
A detta dei proponenti questa nuova opera dovrebbe
comportare: un più facile accesso automobilistico alla città da via Garibaldi,
così come avveniva fino alla realizzazione del sottopasso, e conseguentemente
una maggior opportunità per le attività commerciali qui insediate, aumentando la
caratterizzazione della via come luogo di aggregazione e determinando in fine
un aumento dei valori immobiliari degli edifici che su di questa si affacciano
attualmente ritenuti penalizzati. Se questo fosse vero dovremmo tutti ricordare
un passato in cui la vitalità commerciale della via era profondamente diversa
dall’attuale, ma così non è. Il suo tratto iniziale, dalla stazione all’incrocio
con la Maddalena, e quello intermedio fino alle scuole elementari non hanno mai
goduto di una forte appetibilità commerciale, se non altro per quelle attività
che puntano sul traffico veicolare e pedonale di “passaggio”. La stessa conformazione
architettonica degli edifici ne è al tempo stesso causa ed effetto. In questi
tratti hanno invece trovato posto in prevalenza edifici residenziali alternati a qualche attività commerciale e di servizi, cosa
che ha determinato anche qualche problema di convivenza (vedi qualche anno fa le
vicende dell’Andros Pub). Storicamente in via Garibaldi una presenza rilevante di
attività commerciali c’è sempre stata nel tratto compreso tra l’incrocio delle scuole
elementari e il ponte del Gattolè.
Credo che si possa affermare che la componente residenziale,
qui predominante, sia avvantaggiata da una riduzione del traffico veicolare
piuttosto che da una sua intensificazione e così la sua possibile affermazione
in quanto luogo di aggregazione. La sua appetibilità commerciale è stata e può
essere soddisfacente per attività capaci di attrarre per specificità e qualità
dell’offerta non certo per sfruttare una situazione di passaggio veicolare o
pedonale.
Via Garibaldi è sicuramente un luogo urbano di altissima
qualità che andrebbe valorizzato sfruttando a pieno le sue potenzialità.
Potrebbe risultare strategica in tal senso l’area della stazione FS e quella
contigua interclusa dalla viabilità (ex distributore di benzina) che con
adeguate soluzioni architettoniche potrebbe configurarsi come estensione della
stessa via. Lo spostamento qui della stazione delle corriere, che porterebbe
alla realizzazione del terminal dei trasporti pubblici locali (pur mantenendo
una fermata per gli autobus in posizione più centrale) determinerebbe un
aumento dei flussi urbani lungo la via oltre che una razionalizzazione del
sistema dei trasporti. Questo consentirebbe inoltre di recuperare quote di
parcheggio nell’area dell’attuale stazione.
In secondo luogo bisognerebbe intervenire su una
riqualificazione architettonica degli spazi aperti: sede stradale, verde e
arredo urbano (anche attraverso un concorso di idee).
Un’ultima considerazione. A chi in auto entra in Oderzo da
via Garibaldi la nuova soluzione consentirebbe di risparmiare al massimo 300 mt..
Considerata la spesa complessiva, quanto ci costerebbe al mt. il nuovo
intervento proposto?
Fabio Casonato
Il ragionamento non fa un grinza. In alternativa si potrebbe proporre un "incentivo" ad entrare in Città con una segnaletica più visibile all'imbocco della strada della stazione che immette su Via Garibaldi, curando poi l'arredo urbano della strada stessa piantumando qualche albero, realizzando un minimo di pista ciclo-pedonale con una'illuminazione stradale adeguata. Cose queste che oggi mancano proprio. In questo modo risolveremmo il problema dell'entrata di Via Spiné alla quale confluiscono tutte le auto verso il centro che provengono da sud (Autostrada, Treviso, e spesso anche da Motta-Portogruaro).
RispondiEliminaSaluti.
W. Bianco, Cittadini Attivi di Oderzo