domenica 3 giugno 2012

IL BENE OSTINATO

Qualche settimana fa c’è stato a Oderzo un incontro con i medici del CUAMM, i medici missionari che da decine di anni vanno in Africa e restano lì a lungo, molto a lungo (non come quelli di Emergency che vanno a intervenire, appunto, sulle emergenze: questi vanno per costruire strutture e formare personale che poi funzioni anche quando loro se ne sono andati… Ci vuole tempo, molto tempo…). L’incontro era organizzato dai Cittadini Attivi di Walter Bianco &C. e il relatore era Il dottor Rinaldo Bonadio che da anni ha dedicato la sua vita a questo impegno. Bella serata, associazione serissima come mi è sempre parso. Ho comprato un libro: il racconto che Paolo Rumiz ha regalato all’associazione dopo essere stato in Africa e averne visitato alcuni dei centri. Si intitola “Il bene ostinato”. Si legge in 3-4 ore, sono circa 130 pagine, e si trova in tutte le librerie reali e virtuali, costa 14 Euri, ed è naturalmente molto bello. E’ pieno di cose molto belle, della vita che noi non viviamo, faticosissima e vera. Potete leggerlo, regalarlo, e una parte del prezzo che pagate va al CUAMM. Di tutte quelle cose metto qui le due considerazioni più propriamente “politiche”, [S.B.] 
ma avverto che le cose più belle del libro non sono queste, sono i racconti dell’Africa lontanissima e incomprensibile ma insieme miracolosamente chiara e umana come nient’altro… Ma anche le cose che dice dell’Italia sono semplici e illuminanti. [S.B.] 
    
Iolanda racconta dell’Africa, della difficoltà di capire, della povertà e disperazione che - in posti come la Somalia – diventano carburante di estremismo religioso. In lei leggo ciò che la politica italiana sta perdendo: competenza, modestia, operatività, infinita pazienza. Scoprire gente così è bello e terribile. Bello perché sei di fronte all’Italia migliore, quella che resiste e che pochi raccontano. Terribile perché capisci che a persone di questo calibro non saranno mai affidate responsabilità di governo. Rischierebbero di cambiare in meglio il paese. L’Italia espelle i migliori a velocità crescente, come un qualsiasi paese del terzo mondo. (Paolo Rumiz, Il bene Ostinato  p.111)  
“Il cristianesimo forte lo senti nelle periferie” mi disse un giorno il reporter Ryszard Kapuscinski, ultimo grande esploratore dell’Africa, specie dove è minoritario e non si fa fuorviare da tentazioni di egemonia: in Sudamerica, in Medio Oriente e in Africa. Come abbiamo fatto a dimenticare tutto questo? Baldassarre, Maurizio, Nicola (1), forse Gesù stesso, inquieto palestinese dalla pelle olivastra. Finirebbero tutti nei centri di identificazione e di espulsione, come vengono chiamati i nostri campi di raccolta per i clandestini.
Figurarsi: un nero che dice di voler essere re e di voler adorare il Bambino, un africano sans papier sedicente generale che afferma di avere combattuto sulle Alpi, e poi un pazzo che si dichiara vescovo e gira con un sacco pieno di dolciumi per i bambini… E che dire dell’invasato che dorme sotto gli ulivi e tuona contro i ricchi e i mercanti nel tempio… Tutti da espellere, subito. Povero paese mio, che demonizzi la pelle color dell’ebano e non sai di rinnegare le tue radici, la tua storia di accoglienza, il tuo presepe, la stessa natività. Italia, che si lascia convincere a serbare rancore verso lo straniero, e non capisce che questo rancore è costruito ad arte per nascondere i problemi veri del paese. Lo smantellamento dei valori, il consumismo spinto, la burocrazia parassita, le cricche, le connivenze tra economia, politica e malavita. La distruzione dell’ambiente. (p.119)

(1) Il riferimento è ai principali santi che hanno un posto importante nella nostra tradizione religiosa pur essendo neri (Baldassarre e San Maurizio, quello di Sankt Moritz in Svizzera) o "marginali" (il nostro San Nicolò che il marketing ha trasformato in Babbo Natale) 

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