sabato 10 agosto 2013

PER L'AMMINISTRAZIONE UNA NUOVA CASA DI RIPOSO NON SERVE. POCHI ANZIANI, FINANZIAMENTI INCERTI. MA E' VERO? E IL CONSIGLIO DISCUTE SENZA LE OPPOSIZIONI: UN'INUTILE SCORRETTEZZA DELLA MAGGIORANZA PER UN PROBLEMA DI CUI SI DOVRA' RIPARLARE

L'amministrazione risponde all'interrogazione delle minoranze, dicendo che la casa di riposo non serve e che è meglio non spendere i soldi a disposizione e non chiedere i finanziamenti ottenibili: le domande sono poche perchè le famiglie in tempo di crisi si tengono gli anziani a casa. Sono buone ragioni? Mah: siamo perplessi. Il problema è che per ora non abbiamo potuto manifestare queste perplessità in modo circostanziato. infatti la maggioranza in consiglio, anche se avvertita prima informalmente e poi formalmente con un certo anticipo dell'assenza sia di Eugenio Luzzu del partito Democratico sia del dr. Ferri del Pdl prima decide lo stesso di mettere all'ordine del giorno il tema e la relazione del Presidente Valerio. Quindi, la sera del consiglio, pur avendo l'occasione, secondo regolamento, di rinviare la relazione e la discussione per l'assenza di due su tre tra i presentatori dell'interpellanza, vota perchè si vada avanti e si discuta la relazione, in modo da non avere contraddittorio e da non ricevere repliche e obiezioni se non quelle della sig.ra Durante della Lega. Qui di seguito gli articoli del Gazzettino sulla questione.

LA CRISI - Non è più tempo per le liste d’attesa: ora le famiglie preferiscono tenersi gli anziani
Poche richieste: stop alla nuova casa di riposo
IL PRESIDENTE Valerio (Rao) senza certezze: «È inutile indebitarsi»
La crisi congela la nuova casa di riposo. Sandro Valerio, presidente della Rao Residenza anziani di Oderzo, ha confermato mercoledì sera ciò che era nell'aria: la nuova casa di riposo, almeno per il momento, non si fa. Invitato dal sindaco Pietro Dalla Libera a riferire sull'argomento, a seguito di una sollecitazione delle minoranze, il dottor Valerio ha riferito con realismo come non sia il caso, in questo momento, di esporre la struttura ad indebitamenti onerosi. Visto che, dall'altra parte, non c'è la certezza né di finanziamenti regionali né che vada in porto l'operazione di vendita di un immobile all'Usl 9, che potrebbe portare nelle casse della Rao circa 3 milioni di euro. Oltre agli aspetti finanziari ve n'è un altro che suggerisce prudenza: il fatto che le famiglie, provate dalla crisi, scelgono di tenere gli anziani a casa. Risparmiano la retta e nel contempo la pensione dell'anziano è un ammortizzatore sociale per la famiglia che magari vede qualcuno dei suoi componenti disoccupato. «Il fatto che la popolazione anziana aumenti - ha sottolineato Valerio - non significa che aumentino i posti occupati nelle case di riposo. Noi, per fortuna, stiamo andando bene ma bisogna tener conto della realtà di fatto delle famiglie. C'è un 25% di posti in più in offerta rispetto alla domanda». Sono ben lontani i tempi quando per avere un posto in casa di riposo occorreva mettersi in lista d'attesa.
Quanto alla nuova sede, il progetto è fermo. È un intervento colossale da 19 milioni di euro. Un percorso iniziato ancora nel 2006 e non arrivato a destinazione. Dopo averne illustrato nel dettaglio le fasi, Valerio ha evidenziato come la Regione abbia chiuso i rubinetti dei contributi; la Rao si è rivolta agli istituti bancari per un eventuale mutuo, ma le condizioni sono inavvicinabili. Michela Durante, capogruppo della Lega Nord, ha ribadito come sia stato sprecato tempo prezioso. «Non si è dato corso al progetto del 2006 che era già a buon punto. Sono stati buttati 7 anni. Quanto è stato sborsato in spese progettuali?», una domanda la sua rimasta inevasa. Se la Regione autorizzasse l'Usl 9 ad acquistare la proprietà della Rao la musica potrebbe cambiare. Ma i segnali che giungono da Palazzo Balbi non sono incoraggianti. (Annalisa Fregonese, Gazzettino, 2 agosto)

ODERZO Ferri e Luzzu assenti: «La discussione sulla Casa di riposo andava rinviata»
Il presidente c’è, i consiglieri no
Nuova casa di riposo: se n'è discusso in consiglio senza che fossero presenti le due minoranze - su tre - che avevano chiesto al sindaco Dalla Libera di invitare il presidente della Rao Sandro Valerio a relazionare sull'argomento. Sia Marcello Ferri (Pdl) che Eugenio Luzzu (Pd) avevano informato di non poter essere presenti alla seduta del 31 luglio, ma il dottor Valerio è stato invitato lo stesso. Decisione che ora viene fortemente stigmatizzata dalle due minoranze, perchè addirittura in contrasto con il regolamento per il funzionamento del consiglio comunale.
Ieri i due capigruppo - il dottor Ferri e l'ingegner Luzzu – hanno inviato una lettera di protesta al sindaco Dalla Libera, al presidente del consiglio comunale Tino Alescio e ai capigruppo consiliari. Essi evidenziano come, avendo avuto notizia che il 31 luglio sarebbe stato convocato il consiglio e sapendo di non poter essere presenti per impegni già presi, avevano inviato una richiesta sottoscritta da tutti i presentatori dell'interrogazione, dunque anche dalla Lega Nord, affinchè la trattazione dell'argomento venisse posticipata.
Ma l'interrogazione sulla Rao veniva comunque discussa il 31 luglio. «Impedendo di fatto il contraddittorio - evidenziano Luzzu e Ferri - con due delle tre forze politiche che avevano sottoscritto l'interpellanza. Esprimiamo la nostra ferma condanna nei confronti dell'amministrazione, ed in primis del sindaco per la scarsa considerazione tenuta nei nostri confronti. Chiediamo pertanto, come atto di riparazione per tale inaudita violazione, che venga riconvocato in audizione il presidente della Rao, a garanzia che tutte le osservazioni e perplessità sulla conduzione tenuta in riferimento alla progettazione della nuova sede, tuttora irrisolte nonostante l'intervento tenuto, possano ottenere adeguata risposta». I due consiglieri hanno anche chiesto al presidente Alescio perchè non sia stato rispettato l'art. 31 del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale. (Annalisa Fregonese, Gazzettino, 8 agosto)

P.S. Sulla base di quanto ci è stato riferito prendiamo atto del fatto che in realtà, contrariamente a quanto indicato nell'articolo, il regolamento non è stato violato nella lettera, ma il comportamento della maggioranza ci appare comunque censurabile e contrario alla correttezza istituzionale.

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