mercoledì 4 dicembre 2013

Perchè votare

di Sandro Battel
Mi capita in questi giorni di parlare con amici e conoscenti che so che potrebbero essere elettori del PD (o sono stati e sono elettori del PD, o addirittura in qualche caso – pochi - sono iscritti al PD) che mi dicono che però non andranno a votare per le primarie.
A volte ci sono ragioni legate a difficoltà oggettive, che si possono comprendere, ma a volte non ci sono ragioni precise, solo l'indecisione o un po' di sfiducia o disinteresse generale per la politica.
D'accordo, non sono tempi in cui si trova facilmente qualcosa di cui essere entusiasti, ma credo che la storia degli ultimi anni ci abbia dimostrato che a star fuori quando si può dare almeno un contributo minimo si rischia poi di aver torto e di mangiarsi le mani. Certo, le cose non sono andate e non vanno esattamente come tutti noi avremmo sperato, ma a me sembra sempre che tra le ragioni di questa situazione non ci siano solo gli errori commessi da chi aveva delle responsabilità (e di errori ne sono stati commessi, lo sappiamo, oh se lo sappiamo...), ma anche il fatto che tanti di noi, forse tutti in qualche misura, al momento di agire abbiamo fatto mezzo passo indietro, non abbiamo fatto quel poco in più che potevamo fare e che magari avrebbe cambiato le cose.
So che l'appello al senso di responsabilità non può essere ripetuto mille volte. Ma se viene da chi continua a cercare di essere responsabile e di dimostrare che le cose si possono fare e si possono cambiare, può ancora – credo - servire a qualcosa: in fin dei conti so di rivolgermi a persone che il loro senso di responsabilità lo dimostrano tutti i giorni facendo bene il loro lavoro, assumendosi incarichi e compiti a volte difficili ai quali non sarebbero tenuti, correndo dietro a mille cose per tenere tutto insieme, facendo sempre un po' di più di quello che è il loro dovere in senso stretto, perchè sanno che è solo così che le cose funzionano.
Questo è il primo pensiero che mi fa andare avanti e continuare ad avere fiducia: la gente seria e brava che conosco è tanta, piena di volontà e capace di inventarsi soluzioni bellissime a problemi apparentemente irrisolvibili. Per questo faccio tutto quello di cui sono capace per far capire che anche nel campo della politica la speranza poggia i piedi sulla pazienza, sul lavoro costante. Penso sempre che tutta questa gente brava e seria dovrebbe riuscire a mettersi insieme e cambiare le cose.
Quindi: per realizzare questo cambiamento c'è un posto diverso dal PD oggi in Italia? Non mi pare. Non torno neanche sulle mille ragioni per cui l'Italia come la vorremmo non la può realizzare né Berlusca né Grillo. Torno invece sui difetti del PD che ci sono e ci sono stati ma sui quali mi sento tranquillamente in grado di dire che IN OGNI CASO DA DOMANI SI CAMBIA. Le primarie di domenica servono esattamente a questo: il rinnovamento ci sarà COMUNQUE e sarà profondo e per certi aspetti definitivo, gran parte della “vecchia” classe dirigente del partito dovrà spostarsi in seconda o terza linea. Non vedo perchè aspettare e stare a vedere come va invece di esserci e scegliere chi sostenere con il proprio voto. Civati, Cuperlo e Renzi, i tre candidati all'incarico di Segretario nazionale (e, non dimentichiamolo, di candidato premier) sono tre uomini di valore, che – non ho dubbi - meritano stima e fiducia e che rappresentano posizioni e prospettive diverse sulla base di un insieme di convinzioni e obiettivi comuni (leggete le mozioni e vedrete quanti elementi simili ci sono, al di là delle differenze, ovviamente molto importanti). Sono convinto che anche questo è un passaggio che ci permetterà domani di avere possibilità prospettive e speranze e che per questo non dobbiamo mancarlo. Andiamo a votare, comunque.

Nessun commento:

Posta un commento