venerdì 23 maggio 2014

VIVA LA CONCORRENZA E VIVA I LAVORATORI. MA QUEL SUPERMERCATO RESTA "SBAGLIATO".

La risposta del PD ai lavoratori del supermercato. 

di Sandro Battel

Nessuno di noi ha il minimo dubbio che la concorrenza faccia bene ai consumatori e che le imprese commerciali facciano la loro parte quando cercano di far crescere la propria quota di mercato. Ma anche le istituzioni devono svolgere il loro compito, che è quello di evitare che la competizione economica danneggi la comunità.
E' banale: un'amministrazione comunale non concede una licenza commerciale in un dato settore a chiunque la chiede, ma ne limita il numero in base a un calcolo delle capacità di consumo del territorio, così come non può fisicamente dare posto a un numero infinito di bancarelle nello spazio finito del mercato cittadino.
Allora non si vede perché ci si debba spaventare (o addirittura arrabbiare, senza nessun motivo...) se qualcuno fa due conti realistici dai quali risulta che l'offerta dei centri commerciali aperti oggi a Oderzo supera, specialmente in questi tempi di crisi, la domanda del mercato. L'ingegner Zago ha fatto i suoi calcoli su basi statistiche, senza voler affatto entrare nel merito degli incassi reali del nuovo centro commerciale. Del resto, i dubbi avanzati nel suo studio corrispondono in sostanza alle perplessità già manifestate a suo tempo dai consiglieri del PD di Oderzo nel momento in cui si è discusso il progetto per il supermercato di Trepiere: non ci pare che alla nostra città servisse un altro centro della grande distribuzione, anzi, ci piacerebbe invece sapere in base a quali stime e calcoli il Comune ha deciso che era necessario. Tutto questo al di là delle voci (che speriamo siano infondate) secondo cui oggi, oltre ai tanti negozi chiusi e ai commercianti in difficoltà, anche qualcuno dei supermercati non attraverserebbe un buon momento. Naturalmente non sappiamo come vadano gli affari al supermercato di Trepiere: speriamo per loro che sia nel migliore dei modi (come dicono i dipendenti) e ci auguriamo, come chiunque, che la situazione economica generale migliori e che ci sia spazio per tutti. Ma questo dato non c'entra: il ragionamento invece punta il dito sul fatto che questa amministrazione lascerà in eredità a Oderzo un'enorme costruzione in più, collocata in un contesto agricolo e residenziale che ne viene completamente snaturato, come se qui da noi il consumo di territorio non avesse già raggiunto il limite e come se non ci fossero già un mucchio di edifici commerciali e industriali inutilizzati. Se proprio serviva un nuovo supermercato (cosa di cui continuiamo a dubitare...) bisognava trovargli un posto diverso, in un'area già destinata a insediamenti di questo tipo.
Dunque in bocca al lupo per il loro lavoro ai dipendenti del supermercato, da parte di un PD che, a livello locale come a livello nazionale, al lavoro e ai lavoratori continua a tenerci nonostante le grandi difficoltà dell'economia e della finanza statale, come dimostra per esempio l'accordo per Electrolux, raggiunto nei giorni scorsi anche grazie alla mediazione del governo, che consentirà di non licenziare nessuno e di tenere aperti gli stabilimenti di Porcia e Susegana. In ogni caso chi scrive ha chiesto alla redazione del Gazzettino di dare i propri recapiti ai dipendenti che si sono preoccupati, rendendosi disponibile in qualsiasi momento a uno scambio di idee che chiarisca loro il nostro sostegno. Quanto a Oderzo, la nostra idea è che nei prossimi anni il consumo di territorio vada limitato il più possibile e ristretto a pochissimi interventi realmente necessari per i quali è necessario cominciare da subito a studiare le soluzioni più adatte.
Per concludere e a margine, precisiamo una cosa: il PD di Oderzo condivide nel merito e nello spirito la posizione dell'ing. Zago, con il quale da qualche tempo si consulta e discute, come intende continuare a fare, ricevendo importanti indicazioni e suggerimenti. Ma l'ing. Zago non è iscritto al PD né lo è mai stato.
Sandro Battel

P.S. Questo intervento è stato mandato lunedì scorso 19 maggio al Gazzettino, come replica alle proteste di alcuni dipendenti (Gazzettino del 16 maggio) in seguito all'articolo che dava conto dell'analisi dell'ing. Zago (Gazzettino del 13 maggio). Trovate tutto qui sotto, basta cliccare sulle immagini per andare agli articoli, in coda ai quali trovate anche quello sulla seconda bocciatura dell'intervento al Foro Boario come perequazione (Gazzettino del 14 maggio). Avevamo chiesto uno spazio sufficiente per esporre sinteticamente le nostre ragioni, ma evidentemente non è stato possibile trovarlo. Osserviamo anche che il modo in cui, a partire dal titolo, il quotidiano ha dato conto dello studio dell'ing. Zago, non gli rende giustizia: un'analisi sui bisogni del territorio e sulla dislocazione dei servizi è diventata una previsione negativa sull'andamento economico di un esercizio commerciale. Leggendo con un po' di attenzione (QUI) ci si rende conto che non è affatto così. Ma non importa: la stampa fa il suo mestiere e noi facciamo il nostro.




4 commenti:

  1. Oderzo, 20.000 abitanti, 8 supermercati, 3 "eroiche" botteghe di generi alimentari in centro e, qualcuna, in periferia per dare un servizio di beni di prima necessità anche alle persone anziane. E' proprio la nostra Amministrazione comunale che avrebbe dovuto fare, essa stessa, uno studio come quello dell'Ing. Zago. O no?!

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  2. Secondo questa impostazione un'Amministrazione comunale non dovrebbe concedere una licenza commerciale in un dato settore a chiunque la chieda, ma ne limita il numero in base ad un calcolo delle capacità di consumo del territorio.
    Questo è in pieno contrasto con il decreto Bersani, ma anche con le direttive europee.
    http://www.ufficiocommercio.it/pf/testo-news/22636/Attivita-commerciali-Liberalizzazioni-introdotte-dai-cd-decreti-Bersani

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  3. Quello delle licenze è un esempio, come quello delle bancarelle al mercato. Tra l'altro la legge Bersani del 2006 era più restrittiva per i grandi esercizi commerciali (sopra i 250 mq). Non so se poi il limite sia stato abolito più di recente. Ma il punto non è questo: se esiste già un negozio l'attività commerciale è libera, ma in questo caso è stata rilasciata una concessione edilizia per costruire un enorme fabbricato in una zona agricola e residenziale. Su questo il Comune ha potere e responsabilità.

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  4. Se la proprietà del supermercato avesse adattato un capannone dismesso nessuno avrebbe avuto niente da dire: in quel caso l'impresa si assume il rischio, bene per lei se fa affari, male se non ne fa, ma il territorio non viene toccato. Invece qui si è consentita la costruzione di un grande centro commerciale in un momento in cui purtroppo tanti insediamenti industriali e commerciali restano vuoti o vengono abbandonati per la crisi.

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