di Alessandro Battel
Impegnarsi in
politica di questi tempi, anche nella dimensione piccola e provinciale della
nostra realtà, può sembrare poco sensato. Forse il governo Monti ha un po’
riconciliato gli italiani con la sfera pubblica, ma probabilmente è proprio
solo perché è poco “politico”. Continuiamo a non avere fiducia nei politici e a
guardare alla loro “casta” con ostilità per privilegi e abusi, continuiamo a
pensare all’amministrazione non solo come a un compito problematico ma anche
come un lavoro “sporco” e rischioso. Ma non ci sono prospettive se proprio nei
momenti difficili come questo nessuno ha il coraggio di mettersi in gioco,
lavorando con serietà e disinteresse e cercando di affrontare realmente i
problemi, per restituire un po’ di credibilità alla politica, quella che
comunque alla fine ci deve essere per elaborare soluzioni e prendere decisioni.
La politica
non è il mio mestiere, ma il fatto di non avere interessi da difendere né
ambizioni da soddisfare mi permette di affrontare l’impegno con una certa
serenità. Il mio obiettivo è mettere il mio lavoro al servizio di altri che
vogliano impegnarsi, essere un punto di riferimento per chi condivide l’idea
che proprio in questo momento la politica deve ricostruire non tanto la propria
immagine quanto il proprio ruolo reale. Metto a disposizione della comunità la
mia buona volontà e il mio senso del bene comune, sperando di aiutare altri a
fare la stessa cosa e di riuscire insieme a loro a ottenere qualche risultato.
Naturalmente
il mio impegno non è generico: sono da sempre di sinistra. Oggi mi riconosco in
un progetto riformista che contribuisca a migliorare la qualità della nostra
classe dirigente, che lavori per superare le divisioni storiche che da sempre
caricano il nostro sistema politico di contrapposizioni tanto radicali da
rendere conflittuale e incomprensibile la vita pubblica, che aiuti il nostro
paese a superare le difficoltà del presente. A scuola i ragazzi mi sentono
tutti i giorni ripetere loro di darsi da fare, di studiare per diventare bravi,
per imparare ad avere idee, inventare soluzioni, gestire situazioni complesse.
L’Italia è piena di gente ricca di intelligenza e inventiva, ma tutti ci
lamentiamo a ragione di come spesso le istituzioni non funzionino e non diano
sostegno alle migliori capacità. Lo storico dell’economia Carlo Maria Cipolla
diceva che “la missione dell'Italia è produrre all'ombra dei campanili cose che piacciono al mondo”: credo abbiano ragione i molti che pensano che per noi questa sia
ancora la strada giusta per uscire dalla crisi. E la cosa pubblica deve fare la
sua parte.
Ma sono
sinceramente sensibile anche ad alcuni dei temi su cui lavora chi ha posizioni
più radicali: dall’attenzione alla politica internazionale e ai problemi del
sottosviluppo all’interesse per i problemi sociali e le situazioni di
marginalità. Trovo molto importante lo sforzo che alcuni fanno di ripensare il
nostro modello di sviluppo per renderlo più compatibile con uno stile di vita
più umano e sobrio, più attento all’ambiente. Sono tutte cose di cui da sempre
mi interesso nel mio lavoro, a scuola e nella promozione di attività e
iniziative culturali.
Siamo in un
territorio in cui ancora troppi hanno del PD un’idea sbagliata. Il Partito
Democratico che conosco io, nel Veneto e a Oderzo, è fatto di gente che lavora
e conosce il mondo del lavoro e i suoi problemi, che ragiona sui dati concreti
e sui bisogni delle persone e non si fa condizionare dall’ideologia, che ha
rispetto e considerazione per l’impresa ma le attribuisce anche delle
responsabilità verso la società, che considera vitale riconoscere il merito e
promuovere l’innovazione ma pensa che non si possano fare passi indietro sulla
difesa della dignità delle persone –
tutte - e sulla necessità di offrire a tutti la
possibilità di migliorare la propria situazione. Il mio impegno va in
questa direzione e su questo mi confronterò non solo con i componenti il
direttivo del circolo del PD, che ringrazio da subito: Eugenio Luzzu, Sisto
Bravo, Alessandro Campigotto, Massimo Daniotti, Nadia Longo, Domenico
Mattiuzzi, Renzo Zago e Eugenio Zambon, ma con tutti gli iscritti e i sostenitori del PD che si impegneranno con
noi.
A Sandro Battel i migliori auguri che possa portare tanti cittadini ad onorare la vera Politica del bene comune. Giorgio Nardari
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