Le primarie
per le elezioni regionali in Veneto: l'impegno del PD per ridare
dinamismo a un sistema irrigidito, per cambiare faccia a un miracolo
che si è rivelato inconsistente
di Remo Rinaldin
Ho
temuto il peggio, quando il segretario regionale accennò alla
rinuncia delle primarie. Sarebbe stato davvero dannoso all'immagine
del PD rinnegare le primarie
che sono state la leva di Renzi, per
scalare il vertice del partito e della Presidenza del Consiglio dei
Ministri. Invero sbagliammo noi, me compreso, a rifiutare le primarie
per la scelta del candidato a sindaco di Oderzo.
Ma
qui si tratta anche di rivendicare il diritto dei Veneti di proporsi
e di scegliere il candidato Governatore. Se così non fosse
costruiremo un centralismo senza confine altro che un partito
federale come modello dell'assetto istituzionale dell'Italia di
domani.
Penso
dovremmo partire dal progetto politico. Vogliamo una regione
solidale, moderna e competitiva, un Veneto federale capace di mettere
in soffitta lo stereotipo di una regione a guida Galan e Zaia, che
hanno portato a sclerosi il modello del nord-est, mitizzando il
popolo delle partite IVA, delle aziende refrattarie a fare rete e
alla ricerca, votate alla quantità più che alla qualità del
prodotto, talvolta abbandonate a sé stesse da banche e istituzioni,
virtualmente accompagnate alle frontiere
alla ricerca spicciola di un mondo a bassi costi e alti profitti.
Renzi dice bene che bisogna incoraggiare gli investimenti stranieri,
ma prima dovremmo convincere gli italiani (e in primis...i veneti) a
investire nel nostro paese.
Nel
Veneto si è sfruttata la contingenza di un'offerta abbondante di
manodopera, spesso immigrata e priva di formazione, a bassi salari e
non sindacalizzata, che ha fatto le fortune di imprenditori
mordi-e-fuggi.
E'
mancata una politica del lavoro e dello sviluppo, che ancorasse le
aziende al territorio, al mondo universitario, alla formazione e
ricerca, e quindi alle nuove tecnologie, così come è mancata
un'agenda dell'agricoltura all'altezza delle eccellenze regionali. Al
Veneto non bastano le grandi infrastrutture viarie, che sono state
nel bene e nel male la cifra di Galan e Zaia, se ci troviamo con un
sistema ferroviario da terzo mondo, se perdura una latitanza sui
presidi ambientali responsabili della fragilità irreversibile del
territorio, fatta di alluvioni e frane, che mettono a dura prova la
resistenza dei veneti, se le università sfornano laureati per
regalarne i migliori ai paesi stranieri, se avvertiamo ogni giorno di
più la difficoltà a conservare la qualità dei servizi sociali.
Oggi,
in piena recessione, ci accorgiamo della inconsistenza del tanto
declamato miracolo del nord-est, ma possiamo, se vogliamo, recuperare
il tempo perduto. I segnali non mancano: il ritorno in patria di
alcune imprese manifatturiere e il rientro di alcuni ricercatori.
Partiamo
dunque dal nostro progetto politico e cerchiamo di capire in questa
campagna per le primarie quale sia il candidato più idoneo tra
coloro che sono ai nastri di partenza per la corsa a Governatore del
Veneto.
Bene
Alessandra Moretti, che ha accettato le primarie, bene Simonetta
Rubinato che le ha tenacemente volute.
Una
candidata come la Moretti vanta un forte appeal mediatico. Alle
Europee sulla scia di Renzi ha conseguito un successo indiscutibile.
Una brillante carriera, fatta di investiture prestigiose che hanno
esaltato le sue capacità comunicative, che oggi può mettere a
servizio del Veneto.
Bene
la Rubinato, sindaco di Roncade e deputato che viene dalla gavetta.
La sua formazione popolare, cristiana e riformista, e soprattutto la
sua coerenza nella battaglia federalista, rappresenta un sicuro
riferimento per l'elettorato moderato e cattolico ma anche dei ceti
imprenditoriali e professionali, senza il quale battere Zaia diventa
una missione impossibile. La sua capacità di leadership l'ha
dimostrata nelle ultime primarie per il Parlamento italiano.
Il
Partito, come gestore e garante delle primarie, dovrà invitare gli
iscritti e gli elettori a scegliere con libertà, e assicurare pari
esposizione mediatica ad ognuno.
Penso
che servono candidati governatori, che diano nerbo al tessuto
democratico e federalista del partito. Penso dobbiamo tanto a Renzi,
che ci ha inoculato la vocazione maggioritaria, la consapevolezza
della nostra forza nel contendere ai conservatori il governo del
Veneto.
Buon
lavoro a tutti. Anzi: tutti al lavoro.
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