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Impressionante l'immagine delle trote morte... |
Inquinate
le acque dei canali demaniali: gravi danni all'ambiente e
all'economia. La notizia è circolata, come mostrano gli articoli dei
quotidiani locali che riportiamo qui sotto, ma non sembra che abbia
toccato in profondità la sensibilità dell'opinione pubblica... Per
questo la rilanciamo: ci sembra uno dei temi che merita davvero
attenzione.
ORMELLE
- 300 quintali di pesce da buttare: indaga l’Arpav
Strage
di trote: 100 mila euro di danni
-
Tempio di Ormelle, acque inquinate
all’azienda di Genesio Bonaldo: morti oltre 60 mila esemplari.
«Colpa di un vicino»
di
Marco Filippi (Gazzettino, 25 marzo 2015)
ORMELLE
- Strage di pesci in una troticoltura di
Tempio di Ormelle. Nella notte di ieri, le acque inquinate da
un’azienda agricola del posto hanno provocato un’immensa morìa
di trote. Oltre sessantamila esemplari, del peso di trecento
quintali, sono stati ripescati morti dalle vasche dell’azienda
agricola di via Callalta in località Tempio, gestita da Genesio
Bonaldo. Il danno è ingentissimo: secondo una prima stima di Bonaldo
sfiorerebbe i centomila euro.
I
tecnici dell’Arpav, intervenuti sul posto, sono riusciti a risalire
all’origine dell’inquinamento. Secondo indiscrezioni, a inquinare
le acque dei canali del demanio e a provocare il gravissimo danno
sarebbe stato il malfunzionamento di due sensori di una prevasca che
avrebbero dovuto arrestare l’eventuale fuoriuscita del liquindo
inquinante.
Ad
accorgersi della strage di trote è stato il guardiano dell’azienda
agricola di via Callalta, nella notte, poco dopo l’una, durante un
giro di controllo delle vasche dell’itticoltura. L’uomo ha
immediatamente allertato i tecnici dell’Arpav ed i carabinieri. È
risultato subito evidente che all’origine della strage di pesci
c’era l’inquinamento delle acque dei canali del demanio dalle
quali viene filtrata l’acqua delle vasche dell’itticoltura.
Carabinieri
e tecnici dell’Arpav si sono subito messi in azione per cercare di
capire chi avesse inquinato le acque. E pare che, nel corso della
giornata, sia stato individuato il responsabile. «Così mi risulta -
spiega Genesio Bonaldo, il titolare dell’omonima azienda agricola
ed itticoltura – anche se attendo che me lo notifichino
formalmente. Il danno? Enorme. Penso che non si vada lontano dai
centomila euro, anche se saranno eventualmente i periti a stabilire
la cifra esatta. Il punto è che in tempi di crisi un fatto del
genere non ci voleva, ho dei dipendenti da mantenere».
Le
cifre della strage di trote sono altissime. «Sono oltre trecento
quintali di trote», continua Bonaldo. «Se si calcola che in media
una trota pesa mezzo chilo, si raggiunge presto la cifra di
sessantamila pesci morti». L’azienda agricola Bonaldo, in passato,
aveva subìto un’altra morìa di pesci, sempre per l’inquinamento
delle acque del demanio, in quell’occasione da parte di un’azienda
vitivinicola della zona. Stavolta, però, ad inquinare le acque e a
provocare la morìa di pesci pare sia stata un’altra azienda.
«Penso – conclude Bonaldo - che si tratti di un errore umano. In
ogni caso, non voglio gettare la croce addosso a nessuno».
È
infatti dovuto al malfuzionamento di due sensori di una prevasca che
avrebbe dovuto arrestare il liquido inquinante l’origine della
morìa.
Liquami
nell’acqua: 60mila
trote morte
L’inquinamento
ha colpito l’allevamento Bonaldo di Tempio
(Tribuna,
25 marzo 2015)
Più
di 60mila trote ormai morte, qualcosa come trecento quintali di
pesce da buttare. La moria di trote la notte scorsa nell'allevamento
dell'azienda di piscicoltura Genesio Bonaldo di via Callate, a Tempio
di Ormelle. Ieri mattina, i pesci sono stati ripescati ormai senza
vita dalle vasche: l'ipotesi è che a causare la strage di trote sia
stato l'inquinamento dell'acqua, proveniente da un bacino del
demanio, da cui l'allevamento di Tempio si approvvigionava.
L'episodio
sarebbe stato causato da uno sversamento di liquame avvenuto a monte.
E originato probabilmente da un'altra azienda che tratta questo
genere di sostanze. Un fatto accidentale, che ha interessato però le
acque a cui attinge l'allevamento Bonaldo. Il liquame finito nelle
vasche è stato fatale ai pesci: ieri mattina all'alba, il personale
dell'allevamento si è accorto che nell'acqua galleggiavano le povere
bestiole ormai morte. Inutile dire che i danni sono stati enormi:
decine di migliaia di trote morte, centinaia di quintali di pesce da
buttare. Del caso sono stati informati gli ispettori dell'Arpav di
Treviso, usciti in sopralluogo: i risultati delle analisi eseguite
per cercare di risalire alla sostanza che ha letteralmente sterminato
le trote saranno pronti solamente nelle prossime ore, ma da una prima
ricognizione i tecnici propendono per l'ipotesi dello sversamento di
liquami. Ad avvalorare questa tesi c'è il fatto che, a monte
dell'allevamento, opera un'azienda che si occupa di trattamento
anaerobico dei liquami. Il contenuto di una delle vasche sarebbe
tracimato, finendo poi nelle acque del bacino al quale la
piscicoltura è collegata. E per le povere trote non c'è stato
scampo. Toccherà alla magistratura ora verificare eventuali
responsabilità.
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