(Riportiamo
anche sulle pagine del blog un articolo pubblicato sul nostro foglio,
distribuito all'inizio di dicembre)
Skofia Loka è un paesino di tremila anime ai piedi delle Alpi Slovene; lasciando la stazione si incontra subito la pista ciclabile segnata in colore amaranto; per un tratto è a senso unico di marcia poi prosegue sull’altro lato a doppio senso.
Skofia Loka è un paesino di tremila anime ai piedi delle Alpi Slovene; lasciando la stazione si incontra subito la pista ciclabile segnata in colore amaranto; per un tratto è a senso unico di marcia poi prosegue sull’altro lato a doppio senso.
Nel farlo si attraversa la strada dove un semaforo per
bici regola il traffico. Nella capitale, Lubiana, molte strade sono
state rese a senso unico, riservando una carreggiata alle bici; nella
mezzeria una piccola barriera impedisce che automobilisti distratti o
baby ciclisti invadano l’altra sede. Stessa cosa è stata fatta
nella nostrana Ferrara.
A
Oderzo, si pavimenta una nuova piazza senza prevedere 150 cm. di
pista ciclabile; in compenso si ricavano alcuni parcheggi a lato
della carreggiata; Renzo Piano progetta un edificio a Londra senza
posti auto, con la sola eccezione di mezzi di servizio e per i
disabili; a Oderzo si riqualifica lo scorcio della pescheria con
alcuni posti auto. La Piazza del Congresso, in centro a Lubiana, non
ha più parcheggi in superficie, solo percorsi pedonali e ciclabili,
il parcheggio è sotterraneo. Probabilmente sbaglia Piano e anche il
sindaco di Lubiana è sulla stessa china.
Nella
rinnovata piazza Castello l’unica cosa acuta è una curva, già
denominata curva del gommista, per i danneggiamenti dei pneumatici
lungo il bordo della stessa; basta appena un'auto familiare per
invadere la carreggiata opposta all’atto di dirigersi verso il
ponte. Chi proviene dal senso opposto spesso è costretto a fermarsi
per non urtare il muso dell’altro in manovra. Osservando il ponte
tra Piazza Grande e via Battisti si spesso persone, per lo più
anziane, che lo attraversano contromano a cavallo della loro vecchia
bici. Aspiranti suicidi? No: chi esce dal lungo argine davanti
all’Hotel ha due possibili opzioni: a - attraversare la strada e
proseguire secondo Codice sul lato destro, salvo poi non trovare modo
di raggiungere la Piazza se non aggirando la rotonda di Piazza
Castello, oppure: b - attraversare il Ponte contromano per trovare
facilmente accesso alla Piazza.
Viale
Brandolini una volta si chiamava viale Passeggi, oggi è un percorso
di guerra, impossibile per disabili e biciclette; sporgono chiusini,
radici di tiglio, rattoppi e, per non farci mancare nulla, un tratto
di sterrato. Ma ci sono anche i punti che fanno salire l’adrenalina:
il passaggio davanti al passo carrabile del Collegio è una vera
roulette russa quando madri frenetiche, volando sul sibilo del
turbodiesel, provano a catapultare il ciclista nel mezzo della strada
salvo poi esternare una faccia stranita e sbracciarsi in improbabili
scuse mimando un “non l’avevo visto”. Ma un paio di specchi
convessi o un sensore di presenza costeranno più degli omaggi
floreali per la festa della mamma o dei fuochi d’artificio delle
prossime Fiere?
Superato
questo ostacolo ci aspetta la chicane in corrispondenza della fermata
del bus: paletto e ricovero; se la si prende dal lato interno la
tolleranza non permette errori, dal lato esterno si deve scendere
dalla striscia di asfalto e risalire. Ma rimuovere un paletto o
spostare il ricovero cosa può costare al bilancio del comune? nel
sottopasso si incontra un’altra chicane di minore entità; ma
questo ricade sulle Giunte precedenti ed il problema non si pone.
L’emozione
raggiunge il suo apice in autunno quando uno strato di foglie ricopre
gli ostacoli e rende invisibili la maggior parte delle insidie; il
fondo si fa sdrucciolevole; come osservò qualcuno gli italiani si
governano da soli, per questo la pista ciclabile non è popolare:
capita di vedere gente che corre sul bordo della carreggiata, anche
contromano, in corrispondenza del citato cancello della scuola.
Secondo il Codice della Strada questi ciclisti sarebbero tenuti a
usare la pista ciclabile ma essere temerari non è da tutti. Basta
arrivare davanti all’edicola per dover superare due cordoli
perfettamente inutili per imboccare via Garibaldi. Discorso analogo
merita Viale Frassinetti; i dilettanti possono esercitarsi passando
davanti a Via Cimarosa, provenendo da Fratta. La siepe copre la vista
a sinistra, lo specchio è assente.
Infine
merita una citazione il passaggio pedonale davanti al Pub Gatto Nero:
per imboccare il passaggio pedonale bisogna curvare a destra,
schivare un inutile paletto e poi girare a sinistra di 90 gradi, roba
da circo.
Alcune
semplici indicazioni sulle piste ciclabili si trovano in rete, chissà
se sono mai state considerate: In ambito urbano, la realizzazione di
piste ciclabili sicure ed efficaci richiede una attenta
progettazione. In particolare, devono essere attentamente valutati i
seguenti aspetti:
·Intersezioni:
la pista ciclabile si trova al margine della strada, quindi è la
prima fascia che si incontra provenendo da un accesso carrabile o da
una strada laterale. Gli automobilisti possono essere tentati di
invadere la pista ciclabile ed allinearsi con il margine della
strada, con il rischio di travolgere i ciclisti in arrivo. La linea
di stop deve essere chiaramente arretrata, e dove necessario possono
essere piazzati degli specchi per migliorare la visibilità.
·Raccordi:
l'ingresso e l'uscita dalla pista ciclabile deve essere facile, e se
possibile non imporre un rallentamento.
·Qualità
del fondo stradale.
Nel
2007 i fratelli Coen realizzarono il celebre film “Non è un paese
per vecchi” (No Country for Old Men) Oderzo? Non è un paese per
bici.
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