di
Sandro Battel
A
Magera l'accoglienza diffusa si poteva fare, se ci si fosse mossi per
tempo. I cittadini di Magera (come tutti quelli di Oderzo)
meritano comprensione per la loro preoccupazione e vanno ascoltati,
soprattutto in considerazione del fatto che si sono dati molto da
fare per cercare una soluzione concreta e - fatto che forse non tutti
sanno e che va sottolineato - hanno trovato in poco tempo diverse
possibili soluzioni abitative per l'accoglienza diffusa, soluzioni
purtroppo in ritardo
rispetto alla scadenza dell'ultimo bando S.P.R.A.R. e ancora in numero insufficiente (una quarantina di posti
letto circa, pare) per costituire un'alternativa valida. Per questo la
nostra comprensione e il nostro rispetto per loro sono ancora
maggiori, al di là del fatto che la conoscenza personale di alcuni
di essi ci porta a ritenerli certamente in buona fede e animati da
intenzioni civili. Tra l'altro questo dimostra che se ci si mobilita
per l'accoglienza diffusa è possibile probabilmente creare
situazioni gestibili.
Ma
ci ha lasciato a dir poco perplessi il volantino diffuso dal
comitato, che circola in questi giorni in moltissime copie a
Oderzo. Crediamo che si sarebbero dovuti pesare con più attenzione
sia il contenuto che i toni: andiamo per ordine.
1-
Il volantino parla di "2000 migranti" quando
l'articolo della Tribuna del 30 gennaio che riporta la lettera del
prefetto dice letteralmente "pare che i migranti destinati a
Oderzo saranno certamente meno dei 500 prospettati dagli
amministratori" (anche se è vero che questa non è una
citazione letterale dal comunicato del prefetto). Tra l'altro De
Luca, come è noto, aveva parlato di 1000. Tutti siamo preoccupati,
ma suscitare allarme sui numeri prima di avere indicazioni più
precise non è il modo più sensato di affrontare il problema.
2
- Parlare di "manifestazione per la sovranità dei
cittadini italiani" come se questa sovranità fosse
calpestata o violata dal prefetto significa non ricordare che la
sovranità si esprime attraverso le istituzioni, come dovrebbe sapere
bene non solo un sindaco o un consigliere comunale ma chiunque faccia
parte delle istituzioni stesse anche magari come semplice impiegato.
Poi nessuno impedisce a nessuno di manifestare, libertà sacrosanta,
ma non ci si dovrebbe dimenticare come sono fatte le istituzioni di
qualsiasi paese civile, come il prefetto ha giustamente detto nella
sua lettera dello scorso 30 gennaio, richiamando chi ha un ruolo
istituzionale a comportarsi civilmente. Comprendiamo che le
istituzioni non possono scendere nella polemica spicciola, ma se un
difetto c'è stato fin qui nelle scelte del prefetto, è stata forse
la mancanza di informazioni costanti, alla quale ha in buona parte
rimediato appunto con la sua ultima lettera.
3
- Parlare di "disordine e terrore nelle nostre strade
giorno e notte", come fa il volantino degli amici di Magera,
è un quadro dei fatti che in questo momento non corrisponde in
nessun modo alla realtà, come testimoniano le situazioni
sostanzialmente tranquille dei centri di accoglienza gestiti dallo
stato. Siamo tutti d'accordo che dobbiamo prevenire il pericolo del
degrado, ma questo si fa con l'accoglienza diffusa che tutti dicono
di volere ma nessuno mette in atto.
Quello
dei profughi è un fenomeno che dobbiamo gestire con efficienza,
cercando di avere garanzie che la sicurezza dei cittadini è protetta
e creando le condizioni, per quanto in nostro potere, per fare in
modo che duri il meno possibile e che abbia sullla nostra comunità
l'impatto meno possibile pesante. Ma per far questo dobbiamo
attivarci e vigilare collaborando e non opporci ciecamente a una
decisione che - per quanto non piaccia a nessuno di noi perchè
comporterà certamente un impegno - va affrontata con lo spirito più
costruttivo possibile. Proprio perchè duri il meno possibile e ci
permetta di superare il problema. Dobbiamo organizzarci da un lato
per vigilare in modo che non si creino situazioni per noi impossibili
da gestire, dall'altro anche per gestire il possibile.
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