Bisogna
subito dare informazioni corrette a tutti i cittadini, iscrivere il
comune di Oderzo alla rete SPRAR, predisporre un piano per svuotare
l'ex-caserma
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Il
caso dell'ex caserma “Zanusso” di Oderzo mi pare precisamente un
esempio di quelle situazioni in cui, visto che non riusciamo a capire
i fatti e non ci sentiamo all'altezza di governarli, dimentichiamo
che quello che succede dipende anche da noi.
Sembra
in un certo senso che vogliamo che succeda qualcosa di negativo: una
specie di masochismo di massa che spinge ad aspettarsi e quasi ad
augurarsi che succeda qualcosa di grave, che si crei un clima di
catastrofe.
Questo
permette la strumentalizzazione, dà spazio alla demagogia, esalta
l’ignoranza e indebolisce la società, perchè qualche imbecille si
scatena e qualcun altro crea e manipola le notizie, anche ad uso
politico.
Credo
sia giunto il momento di dire “basta” e impegnarsi attivamente
nel fare:
1. Informazione
corretta a tutti i cittadini
Chi,
se non l’istituzione, può trasmettere ai cittadini le giuste
informazioni sullo stato della caserma, le condizioni
igienico-sanitarie, il monitoraggio dell’operato della cooperativa?
Il
Sindaco deve pretendere dal Prefetto una delega per poter espletare
le funzioni di controllo sul territorio comunale e quindi avere
accesso alle informazioni sul numero degli ospiti della caserma,
controllare la gestione dell'accoglienza all’interno, garantire la
sicurezza quando i richiedenti asilo sono in circolazione per la
città.
In
questo modo il Sindaco, attraverso i suoi organi di comunicazione,
può fornire ai cittadini informazioni corrette e aggiornate ed
accogliere – verificando – tutte e solo le segnalazioni di
problemi che realmente possono arrecare disagio ai cittadini e
rendere difficile la convivenza con il centro di accoglienza.
2. Iscrizione
del Comune alla rete SPRAR
Da
anni le minoranze, in particolare il PD di Oderzo, chiedono
all’amministrazione di iscrivere il Comune alla rete SPRAR:
non è stato fatto al momento giusto, il problema è stato
sottovalutato e ora non c’è più tempo da perdere.
Il
Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è
costituito dalla rete
degli enti locali che, per
la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, accedono al
Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. A livello
territoriale gli enti locali,
con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore,
garantiscono interventi di "accoglienza
integrata"
che vanno al di là della pura distribuzione di vitto e alloggio,
prevedendo in modo complementare anche misure di informazione,
accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione
di percorsi individuali di inserimento socio-economico.
Gli
enti locali che fanno parte del Sistema di protezione per richiedenti
asilo e rifugiati (SPRAR) sono distribuiti su tutto il territorio
nazionale e
garantiscono interventi di "accoglienza integrata" ai
richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale1.
3. Predisposizione
di un piano gestionale di accoglienza diffusa che comporti lo
svuotamento graduale della caserma.
Seguendo
le procedure e le linee guida dello SPRAR, il comune può far partire
un modello di accoglienza diffusa che coinvolga associazioni,
cooperative del territorio, operatori del settore sociale, con una
struttura operativa che permetta di garantire la completa formazione
del richiedente asilo, preparandolo ad affrontare il delicato momento
in cui, uscendo dal sistema di protezione, dovrà affrontare la
realtà con i propri mezzi. Ma questo dovrà essere fatto
coinvolgendo tutti i comuni del territorio, allargando la possibilità
di distribuzione delle persone, evitando concentrazioni e situazioni
di vulnerabilità della convivenza sociale tra cittadini e migranti.
Se
il modello viene replicato estendendosi nel territorio si può
gradualmente svuotare la caserma e chiuderne definitivamente
l’utilizzo come “hub”, garantendo l’ospitalità per il
valore delle quote assegnate al territorio, quindi senza incremento
del numero dei profughi, ma generando un flusso virtuoso che permette
di attuare quel principio di reciprocità tra chi accoglie e chi
viene ospitato.
1 Questa
descrizione è tratta letteralmente dal sito dello SPRAR
(http://www.sprar.it/) che
contiene moltissime indicazioni utili per chi voglia veramente
informarsi.
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