giovedì 9 aprile 2015

CENTRO RISORSE DI MOTTA: IL VERO PROBLEMA (in appendice: il giallo del cesio 137)

di Sandro Battel
Centro risorse di Motta: cerchiamo di fare il punto dopo le prese di posizione polemiche, pesanti e del tutto ingiustificate dell'Amministrazione comunale di Motta e della dirigenza dell'azienda di fronte alle nostre segnalazioni civili e corrette e al nostro naturale e legittimo invito a vigilare rivolto ai cittadini. Per chiunque voglia seguire la vicenda mettiamo a disposizione a questo link la rassegna stampa completa su tutto il caso dal 21 marzo scorso in poi.
A suscitare reazioni sopra le righe è stata la lettura da parte del nostro Andrea Zanoni, in occasione del suo intervento a Motta dello scorso 19 marzo, di un documento dell'ARPAV che certificava la presenza di rifiuti radioattivi a Motta dopo un incidente in un'acciaieria a Vicenza. La cosa risale a diversi anni fa, al 2007. Ma adesso non è questo il vero problema, quindi ne parliamo dopo, mentre per prima cosa affrontiamo la questione che in questo momento è più urgente.
Il vero problema è: in cosa consiste realmente il progetto presentato dall'azienda Centro Risorse e approvato dal Comune di Motta, ora in attesa di Valutazione di Impatto Ambientale? Azienda e Comune sostengono che non si tratta di un ampliamento ma di una nuova dislocazione degli impianti in un'area più vasta, restando inalterata la quantità di rifiuto trattato (Gazzettino e Tribuna del 2 aprile). Ma il comitato di cittadini che si è mobilitato sulla questione ha incaricato di un'analisi gli esperti prof. Stevanin e dr. Abordi, già consulenti del Ministero dell'ambiente, i quali ritengono che il progetto configuri non solo un ampliamento, ma addirittura, si può ipotizzare, la costruzione di un nuovo impianto, aggiungendo che il progetto presentato non offre le informazioni necessarie a una corretta valutazione del progetto: «Con i dati presentati dall’azienda non si può assolutamente giudicare nulla e nessuno può dormire sonni tranquilli» (Tribuna e Gazzettino, 4 aprile).
Questo è il vero punto: ci troviamo di fronte, come a volte accade, due pareri che, provenendo da tecnici, ci aspetteremmo fossero meno in contraddizione l'uno con l'altro. Invece sembra che ci troviamo su due pianeti diversi e questo non ci rassicura per niente. Aspettiamo gli sviluppi del dibattito (magari nel consiglio del 30 aprile) precisando che di fronte alle preoccupazioni del tutto legittime dei cittadini azienda e amministrazione devono avere la pazienza e la capacità di chiarire in termini comprensibili tutti gli aspetti su cui ci siano incertezze e perplessità: è loro la responsabilità di una comunicazione corretta e civile. Il PD non è contro nessuna azienda né assume l'atteggiamento irresponsabile (not in my backyard, non nel mio cortile...) di chi respinge per paura qualsiasi soluzione lo coinvolga.
Ma per il PD viene per prima la salute dei cittadini, che, certo, devono essere ragionevoli, ma ragionevolmente hanno il diritto (dovere) di essere rassicurati seriamente e non in modo sommario e sbrigativo, di chiedere spiegazioni autorevoli, comunicate in modo chiaro in termini a loro comprensibili. Mi sembra che nè il Centro Risorse né il Comune per ora siano stati all'altezza di questo compito. Esprimiamo la speranza – in modo pacato e civile, come cerchiamo di fare sempre – che facciano la loro parte per superare col dialogo questa situazione di preoccupazione e di stallo.
Correttezza e civiltà, chiarezza e autorevolezza, dicevamo: finora non le abbiamo trovate nel modo in cui il Comune ha affrontato la questione dei rifiuti radioattivi. Ricostruiamo la vicenda.
1 - Il 19 marzo Zanoni legge il documento dell'ARPAV (lo trovate a questo link) che certifica la spedizione al Centro Risorse di Motta (d'ora in poi: CR) di una certa quantità di rifiuti contaminati da cesio 137. Si limita a chiedere pacatamente che fine hanno fatto quei rifiuti. Nessun allarme, nessuna accusa: solo l'invito ai cittadini a fare attenzione e a chiedere garanzie nelle sedi previste.
2 – L'ing. Carraro, dirigente del CR, presente alla serata, non protesta e non si scandalizza, non muove accuse di scorrettezza e non contesta. Dichiara tranquillamente di non essere al corrente della cosa (Tribuna e Gazzettino 21 marzo) e di voler verificare, dicendo anche di avere apprezzato le osservazioni al progetto inviate dai cittadini in regione (Gazzettino 21/3).
3 – Ma dai quotidiani del giorno dopo (22 marzo) si capisce che il CR ha scelto di attaccare. Si minaccia querela a Zanoni (querela di cui poi, dopo 20 giorni, ancora non si è vista traccia) accusandolo (parole virgolettate che i quotidiani hanno tratto alla lettera dal comunicato del CR) di aver fatto “affermazioni gravissime”, di aver messo “in dubbio l'onorabilità e la professionalità del CR”, di aver detto cose “prive di ogni base di verosimiglianza”.
4 - Peccato che le affermazioni incriminate, pur nella loro genericità non siano parole di Zanoni ma siano il testo dell'articolo della Tribuna del 21 marzo, frutto evidentemente della sintesi del corrispondente locale1. Nello stesso articolo (Tribuna 21 marzo), più sopra, sono riportate, virgolettate, delle parole certamente più rispondenti a quanto ha detto Zanoni2 e consistenti essenzialmente in una richiesta di informazioni e chiarimenti.
5 - Il comunicato del CR afferma poi che “I testimoni della vicenda possono attestare che Zanoni ha dato una lettura scorretta e non competente della nota redatta da Arpav”. Direi di no: io c'ero, ero seduto proprio accanto all'ing. Carraro, e posso testimoniare che Zanoni non ha detto niente di scorretto, né ha messo in forse professionalità e onore del CR.
6 - Sempre il 22/3 la Tribuna riporta, virgolettato, che nel comunicato del CR si dice: «La documentazione totale e completa di quanto stoccato all’interno della nostra azienda è ovviamente a disposizione delle autorità competenti, dell’amministrazione e di qualunque cittadino chieda di visionarla». Bene: noi vorremmo visionarla, era esattamente quello che avevamo chiesto: perchè invece di farci vedere questa documentazione, che avrebbe potuto calmare subito le acque, si è minacciata la querela? Il CR sempre il 22/3, promette una memoria difensiva: quando arriverà? In essa sarà contenuta la documentazione che spiega come siano stati trattati i rifiuti? La aspettiamo e speriamo che contenga tutte le informazioni utili a valutare.
8 – A queste minacce Zanoni risponde molto tranquillamente (comunicato del 22/3) ricordando di aver solo chiesto chiarimenti su un documento ufficiale e sottolineando sia la stranezza della reazione scomposta del CR, sia il silenzio del Comune di Motta: “Perché il comune di Motta non ha presentato nessuna osservazione alla Commissione VIA - Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Veneto, entro i termini di legge (28 febbraio 2015), sul progetto di ampliamento del Centro Risorse che vede quasi triplicare la quantità di rifiuti stoccabili? Perché il sindaco non ha chiesto alla Commissione VIA, avendone facoltà, l’istanza pubblica ?”
9 – Francesco Marchese del PD di Motta (comunicato del 23/3) conferma la correttezza del comportamento di Zanoni e lamenta l'assenza e il silenzio dell'amministrazione.
10 - Il giorno dopo, 23/3 (Gazzettino e Tribuna) si raggiunge il livello più alto della polemica: il CR scrive una “lettera aperta” ai 4 candidati alla presidenza della regione Veneto chiedendo di essere protetto dal “feroce attacco”, chiamandoci “servi sciocchi e inaffidabili”, accusandoci di “strumentalizzare i dati per ragioni politiche” e di voler “gettare nel panico un'intera popolazione”. Questo ci è parso un chiaro tentativo di buttarla in rissa per non rispondere, facendo le vittime di fronte a un'aggressione che non esisteva. Da parte nostra in nessun modo il CR è stato insultato (come si è fatto con noi) o ha subito delle critiche infondate: abbiamo solo chiesto risposte che non sono ancora venute. Questa reazione a voi non farebbe nascere dei sospetti? A noi sì. Speriamo che questi sospetti siano infondati.
11 – I sospetti vengono anche ai componenti del comitato, ai quali poi abbiamo lasciato interamente l'iniziativa proprio per confermare che da parte nostra non c'è nessuna intenzione strumentale: tutti viviamo e lavoriamo a Motta o poco lontano e il nostro unico interesse è che il territorio e i cittadini siano difesi. La Tribuna del 29 marzo riporta l'intervento della presidente del comitato Laura Facchin che ringrazia Legambiente per la richiesta di chiarimenti (condividiamo) e ipotizza che la reazione sia proprio un tentativo di buttarla in politica per non rispondere nel merito, nascondendosi dietro a “piagnistei vittimistici”
12 – Il 2 aprile Gazzettino e Tribuna riportano finalmente una risposta. Ma è del Comune e non del CR. Chissà come mai? Non è una questione tecnica e non politica? Comunque: il Sindaco dice che: a) i rifiuti non erano radioattivi, che lui ha interpellato l'ArpaV e così gli hanno detto (ma c'è un documento che possiamo vedere o è stata una telefonata?); b) che i rifiuti sono stati inviati in Germania il giorno dopo che erano arrivati a Motta.
13 - Allora: a) sostenere che il cesio 137 non sia radioattivo mi pare difficile. Forse il Sindaco voleva dire che il livello di radioattività contenuto nel rifiuti portati a Motta non è pericoloso? Ok, questo sarebbe rassicurante: lo dica chiaramente invece di costringerci a interpretare le sue dichiarazioni. Ma in realtà non dovrebbe dirlo lui che non è un esperto: avrebbe dovuto dirlo subito un tecnico del CR e farlo confermare da un'autorità istituzionale, magari la stessa ArpaV, ma con un documento e non dicendo di “aver interpellato” l'ArpaV. In quel caso ci saremmo sentiti più tranquilli. E sarebbe stato il caso di farlo subito e senza suscitare polemiche che noi non abbiamo cercato. Invece ancora non c'è un documento firmato da un tecnico che ci dica che quei rifiuti non erano pericolosi. Lo aspettiamo con fiducia (ma non moltissima); b) i rifiuti erano di passaggio e sono stati trattati in Germania? Benissimo. Ci sarà un registro o una bolla che lo certifica. E' possibile vederlo? Anche se ci fosse però ci tranquillizzerebbe fino a un certo punto: se i rifiuti non erano pericolosi, che bisogno c'era di mandarli a trattare in Germania?
Per ora ci fermiamo, la faccenda è fin troppo lunga. Avremmo potuto limitarci alla prima parte del nostro intervento risparmiandoci questa lunga ricostruzione della questione dei rifiuti al cesio, che noi stessi speriamo (ma vogliamo verificare) che non sia poi grave. Ma allora, appunto, perchè questa ricostruzione? Perchè non siamo servi, né sciocchi, né inaffidabili, e ci secca enormemente che qualcuno ci insulti. Ma siamo persone civili e questo è il nostro modo di rispondere.
1“una importante quantità di rifiuti contaminati da cesio è giunta a Motta per essere trattata all’interno del CR qualche anno fa. Il trasporto di tali rifiuti è avvenuto apparentemente senza che nessuno ne sapesse niente”.
2 «Sono venuto casualmente a contatto con la realtà del CR nel 2013» ha affermato Zanoni «quando da una risposta ad una mia interrogazione all’Arpav di Vicenza si evinceva con grande sorpresa che 28 big bag (borse specifiche per il trasporto di rifiuti pericolosi) con materiale contaminato da cesio radioattivo provenienti probabilmente dall’Europa dell’Est sono stati allontanati dalle acciaierie Beltrame di Vicenza e portati proprio al CR di Motta. Ora che fine hanno fatto questi rifiuti radioattivi? L’amministrazione comunale lo sapeva?».

Nessun commento:

Posta un commento