di
Sandro Battel
Centro
risorse di Motta: cerchiamo di fare il punto dopo le prese di
posizione polemiche, pesanti e del tutto ingiustificate
dell'Amministrazione comunale di Motta e della dirigenza dell'azienda
di fronte alle nostre segnalazioni civili e corrette e al nostro
naturale e legittimo invito a vigilare rivolto ai cittadini. Per
chiunque voglia seguire la vicenda mettiamo a disposizione a
questo link la rassegna stampa completa su tutto il
caso dal 21 marzo scorso in poi.
A
suscitare reazioni sopra le righe è stata la lettura da parte del
nostro Andrea Zanoni, in occasione del suo intervento a Motta dello
scorso 19 marzo, di un documento dell'ARPAV che certificava la
presenza di rifiuti radioattivi a Motta dopo un incidente in
un'acciaieria a Vicenza. La cosa risale a diversi anni fa, al 2007.
Ma adesso non è questo il vero problema, quindi ne parliamo dopo,
mentre per prima cosa affrontiamo la questione che in questo momento
è più urgente.
Il
vero problema è: in cosa consiste realmente il progetto presentato
dall'azienda Centro Risorse e approvato dal Comune di Motta, ora in
attesa di Valutazione di Impatto Ambientale? Azienda e Comune
sostengono che non si tratta di un ampliamento ma di una nuova
dislocazione degli impianti in un'area più vasta, restando
inalterata la quantità di rifiuto trattato (Gazzettino e Tribuna del
2 aprile). Ma il comitato di cittadini che si è mobilitato sulla
questione ha incaricato di un'analisi gli esperti prof. Stevanin e
dr. Abordi, già consulenti del Ministero dell'ambiente, i quali
ritengono che il progetto configuri non solo un ampliamento, ma
addirittura, si può ipotizzare, la costruzione di un nuovo impianto,
aggiungendo che il progetto presentato non offre le informazioni
necessarie a una corretta valutazione del progetto: «Con
i dati presentati dall’azienda non si può assolutamente giudicare
nulla e nessuno può dormire sonni tranquilli» (Tribuna e
Gazzettino, 4 aprile).
Questo
è il vero punto: ci troviamo di fronte, come a volte accade, due
pareri che, provenendo da tecnici, ci aspetteremmo fossero meno in
contraddizione l'uno con l'altro. Invece sembra che ci
troviamo su due pianeti diversi e questo non ci rassicura per niente.
Aspettiamo gli sviluppi del dibattito (magari nel consiglio del 30
aprile) precisando che di fronte alle preoccupazioni del tutto
legittime dei cittadini azienda e amministrazione devono avere la
pazienza e la capacità di chiarire in termini comprensibili tutti
gli aspetti su cui ci siano incertezze e perplessità: è loro la
responsabilità di una comunicazione corretta e civile. Il PD non è
contro nessuna azienda né assume l'atteggiamento irresponsabile (not
in my backyard, non nel mio cortile...) di chi respinge per paura
qualsiasi soluzione lo coinvolga.
Ma
per il PD viene per prima la salute dei cittadini, che, certo, devono
essere ragionevoli, ma ragionevolmente hanno il diritto (dovere) di
essere rassicurati seriamente e non in modo sommario e sbrigativo, di
chiedere spiegazioni autorevoli, comunicate in modo chiaro in termini
a loro comprensibili. Mi sembra che nè il Centro Risorse né il
Comune per ora siano stati all'altezza di questo compito. Esprimiamo
la speranza – in modo pacato e civile, come cerchiamo di fare
sempre – che facciano la loro parte per superare col dialogo questa
situazione di preoccupazione e di stallo.
Correttezza
e civiltà, chiarezza e autorevolezza, dicevamo: finora non le
abbiamo trovate nel modo in cui il Comune ha affrontato la questione
dei rifiuti radioattivi. Ricostruiamo la vicenda.
1
- Il 19 marzo Zanoni legge il documento dell'ARPAV (lo
trovate a
questo link) che certifica la spedizione al Centro
Risorse di Motta (d'ora in poi: CR) di una certa quantità di rifiuti
contaminati da cesio 137. Si limita a chiedere pacatamente che fine
hanno fatto quei rifiuti. Nessun allarme, nessuna accusa: solo
l'invito ai cittadini a fare attenzione e a chiedere garanzie nelle
sedi previste.
2
– L'ing. Carraro, dirigente del CR, presente alla serata, non
protesta e non si scandalizza, non muove accuse di scorrettezza e non
contesta. Dichiara tranquillamente di non essere al corrente della
cosa (Tribuna e Gazzettino 21 marzo) e di voler verificare, dicendo
anche di avere apprezzato le osservazioni al progetto inviate dai
cittadini in regione (Gazzettino 21/3).
3
– Ma dai quotidiani del giorno dopo (22 marzo) si capisce che il CR
ha scelto di attaccare. Si minaccia querela a Zanoni (querela di cui
poi, dopo 20 giorni, ancora non si è vista traccia) accusandolo
(parole virgolettate che i quotidiani hanno tratto alla lettera dal
comunicato del CR) di aver fatto “affermazioni gravissime”, di
aver messo “in dubbio l'onorabilità
e la professionalità del CR”, di aver detto cose “prive di ogni
base di verosimiglianza”.
4
- Peccato che le affermazioni incriminate, pur nella loro genericità
non siano parole di Zanoni ma siano il testo dell'articolo della
Tribuna del 21 marzo, frutto evidentemente della sintesi del
corrispondente locale1.
Nello stesso articolo (Tribuna 21 marzo), più sopra, sono riportate,
virgolettate, delle parole certamente più rispondenti a quanto ha
detto Zanoni2
e consistenti essenzialmente in una richiesta di informazioni e
chiarimenti.
5
- Il comunicato del CR afferma poi che “I
testimoni della vicenda possono
attestare che Zanoni ha dato una lettura scorretta e non competente
della nota redatta da Arpav”. Direi di no: io c'ero, ero seduto
proprio accanto all'ing. Carraro, e posso testimoniare che Zanoni non
ha detto niente di scorretto, né ha messo in forse professionalità
e onore del CR.
6
- Sempre il 22/3 la Tribuna riporta, virgolettato, che nel comunicato
del CR si dice: «La
documentazione totale e completa di quanto stoccato all’interno
della nostra azienda è ovviamente a disposizione delle autorità
competenti, dell’amministrazione e di qualunque cittadino chieda di
visionarla». Bene: noi vorremmo visionarla, era esattamente quello
che avevamo chiesto: perchè invece di farci vedere questa
documentazione, che avrebbe potuto calmare subito le acque, si è
minacciata la querela? Il CR sempre il 22/3, promette una memoria
difensiva: quando arriverà? In essa sarà contenuta la
documentazione che spiega come siano stati trattati i rifiuti? La
aspettiamo e speriamo che contenga tutte le informazioni utili a
valutare.
8
– A queste minacce Zanoni risponde molto tranquillamente
(comunicato del 22/3) ricordando di aver solo chiesto chiarimenti su
un documento ufficiale e sottolineando sia la stranezza della
reazione scomposta del CR, sia il silenzio del Comune di Motta:
“Perché
il comune di Motta non ha presentato nessuna osservazione alla
Commissione VIA - Valutazione di Impatto Ambientale della Regione
Veneto, entro i termini di legge (28 febbraio 2015), sul progetto di
ampliamento del Centro Risorse che vede quasi triplicare la quantità
di rifiuti stoccabili? Perché il sindaco non ha chiesto alla
Commissione VIA, avendone facoltà, l’istanza pubblica ?”
9
– Francesco Marchese del PD di Motta (comunicato del 23/3) conferma
la correttezza del comportamento di Zanoni e lamenta l'assenza e il
silenzio dell'amministrazione.
10
- Il giorno dopo, 23/3 (Gazzettino e Tribuna) si raggiunge il livello
più alto della polemica: il CR scrive una “lettera aperta” ai 4
candidati alla presidenza della regione Veneto chiedendo di essere
protetto dal “feroce attacco”, chiamandoci “servi sciocchi e
inaffidabili”, accusandoci di “strumentalizzare i dati per
ragioni politiche” e di voler “gettare nel panico un'intera
popolazione”. Questo ci è parso un chiaro tentativo di buttarla in
rissa per non rispondere, facendo le vittime di fronte a
un'aggressione che non esisteva. Da parte nostra in nessun modo il CR
è stato insultato (come si è fatto con noi) o ha subito delle
critiche infondate: abbiamo solo chiesto risposte che non sono ancora
venute. Questa reazione a voi non farebbe nascere dei sospetti? A noi
sì. Speriamo che questi sospetti siano infondati.
11
– I sospetti vengono anche ai componenti del comitato, ai quali poi
abbiamo lasciato interamente l'iniziativa proprio per confermare che
da parte nostra non c'è nessuna intenzione strumentale: tutti
viviamo e lavoriamo a Motta o poco lontano e il nostro unico
interesse è che il territorio e i cittadini siano difesi. La Tribuna
del 29 marzo riporta l'intervento della presidente del comitato Laura
Facchin che ringrazia Legambiente per la richiesta di chiarimenti
(condividiamo) e ipotizza che la reazione sia proprio un tentativo di
buttarla in politica per non rispondere nel merito, nascondendosi
dietro a “piagnistei vittimistici”
12
– Il 2 aprile Gazzettino e Tribuna riportano finalmente una
risposta. Ma è del Comune e non del CR. Chissà come mai? Non è una
questione tecnica e non politica? Comunque: il Sindaco dice che: a) i
rifiuti non erano radioattivi, che lui ha interpellato l'ArpaV e così
gli hanno detto (ma c'è un documento che possiamo vedere o è stata
una telefonata?); b) che i rifiuti sono stati inviati in Germania il
giorno dopo che erano arrivati a Motta.
13
- Allora: a) sostenere che il cesio 137 non sia radioattivo mi pare
difficile. Forse il Sindaco voleva dire che il livello di
radioattività contenuto nel rifiuti portati a Motta non è
pericoloso? Ok, questo sarebbe rassicurante: lo dica chiaramente
invece di costringerci a interpretare le sue dichiarazioni. Ma in
realtà non dovrebbe dirlo lui che non è un esperto: avrebbe dovuto
dirlo subito un tecnico del CR e farlo confermare da un'autorità
istituzionale, magari la stessa ArpaV, ma con un documento e non
dicendo di “aver interpellato” l'ArpaV. In quel caso ci saremmo
sentiti più tranquilli. E sarebbe stato il caso di farlo subito e
senza suscitare polemiche che noi non abbiamo cercato. Invece ancora
non c'è un documento firmato da un tecnico che ci dica che quei
rifiuti non erano pericolosi. Lo aspettiamo con fiducia (ma non
moltissima); b) i rifiuti erano di passaggio e sono stati trattati in
Germania? Benissimo. Ci sarà un registro o una bolla che lo
certifica. E' possibile vederlo? Anche se ci fosse però ci tranquillizzerebbe fino a un certo punto: se i
rifiuti non erano pericolosi, che bisogno c'era di mandarli a
trattare in Germania?
Per
ora ci fermiamo, la faccenda è fin troppo lunga. Avremmo potuto
limitarci alla prima parte del nostro intervento risparmiandoci
questa lunga ricostruzione della questione dei rifiuti al cesio, che
noi stessi speriamo (ma vogliamo verificare) che non sia poi grave.
Ma allora, appunto, perchè questa ricostruzione? Perchè non siamo
servi, né sciocchi, né inaffidabili, e ci secca enormemente che
qualcuno ci insulti. Ma siamo persone civili e questo è il nostro
modo di rispondere.
1“una
importante quantità di rifiuti contaminati da cesio è giunta a
Motta per essere trattata all’interno del CR qualche anno fa. Il
trasporto di tali rifiuti è avvenuto apparentemente senza che
nessuno ne sapesse niente”.
2
«Sono venuto casualmente a contatto con la realtà del CR nel
2013» ha affermato Zanoni «quando da una risposta ad una mia
interrogazione all’Arpav di Vicenza si evinceva con grande
sorpresa che 28 big bag (borse specifiche per il trasporto di
rifiuti pericolosi) con materiale contaminato da cesio radioattivo
provenienti probabilmente dall’Europa dell’Est sono stati
allontanati dalle acciaierie Beltrame di Vicenza e portati proprio
al CR di Motta. Ora che fine hanno fatto questi rifiuti radioattivi?
L’amministrazione comunale lo sapeva?».
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