martedì 7 aprile 2015

STRAGE DI TROTE A ORMELLE - danni rilevanti sul piano ambientale ed economico

Impressionante l'immagine delle trote morte...
  
Inquinate le acque dei canali demaniali: gravi danni all'ambiente e all'economia. La notizia è circolata, come mostrano gli articoli dei quotidiani locali che riportiamo qui sotto, ma non sembra che abbia toccato in profondità la sensibilità dell'opinione pubblica... Per questo la rilanciamo: ci sembra uno dei temi che merita davvero attenzione.
ORMELLE - 300 quintali di pesce da buttare: indaga l’Arpav
Strage di trote: 100 mila euro di danni
- Tempio di Ormelle, acque inquinate all’azienda di Genesio Bonaldo: morti oltre 60 mila esemplari. «Colpa di un vicino»
di Marco Filippi (Gazzettino, 25 marzo 2015)

ORMELLE - Strage di pesci in una troticoltura di Tempio di Ormelle. Nella notte di ieri, le acque inquinate da un’azienda agricola del posto hanno provocato un’immensa morìa di trote. Oltre sessantamila esemplari, del peso di trecento quintali, sono stati ripescati morti dalle vasche dell’azienda agricola di via Callalta in località Tempio, gestita da Genesio Bonaldo. Il danno è ingentissimo: secondo una prima stima di Bonaldo sfiorerebbe i centomila euro.
I tecnici dell’Arpav, intervenuti sul posto, sono riusciti a risalire all’origine dell’inquinamento. Secondo indiscrezioni, a inquinare le acque dei canali del demanio e a provocare il gravissimo danno sarebbe stato il malfunzionamento di due sensori di una prevasca che avrebbero dovuto arrestare l’eventuale fuoriuscita del liquindo inquinante.
Ad accorgersi della strage di trote è stato il guardiano dell’azienda agricola di via Callalta, nella notte, poco dopo l’una, durante un giro di controllo delle vasche dell’itticoltura. L’uomo ha immediatamente allertato i tecnici dell’Arpav ed i carabinieri. È risultato subito evidente che all’origine della strage di pesci c’era l’inquinamento delle acque dei canali del demanio dalle quali viene filtrata l’acqua delle vasche dell’itticoltura.
Carabinieri e tecnici dell’Arpav si sono subito messi in azione per cercare di capire chi avesse inquinato le acque. E pare che, nel corso della giornata, sia stato individuato il responsabile. «Così mi risulta - spiega Genesio Bonaldo, il titolare dell’omonima azienda agricola ed itticoltura – anche se attendo che me lo notifichino formalmente. Il danno? Enorme. Penso che non si vada lontano dai centomila euro, anche se saranno eventualmente i periti a stabilire la cifra esatta. Il punto è che in tempi di crisi un fatto del genere non ci voleva, ho dei dipendenti da mantenere».
Le cifre della strage di trote sono altissime. «Sono oltre trecento quintali di trote», continua Bonaldo. «Se si calcola che in media una trota pesa mezzo chilo, si raggiunge presto la cifra di sessantamila pesci morti». L’azienda agricola Bonaldo, in passato, aveva subìto un’altra morìa di pesci, sempre per l’inquinamento delle acque del demanio, in quell’occasione da parte di un’azienda vitivinicola della zona. Stavolta, però, ad inquinare le acque e a provocare la morìa di pesci pare sia stata un’altra azienda. «Penso – conclude Bonaldo - che si tratti di un errore umano. In ogni caso, non voglio gettare la croce addosso a nessuno».
È infatti dovuto al malfuzionamento di due sensori di una prevasca che avrebbe dovuto arrestare il liquido inquinante l’origine della morìa.

Liquami nell’acqua: 60mila trote morte
L’inquinamento ha colpito l’allevamento Bonaldo di Tempio
(Tribuna, 25 marzo 2015)
Più di 60mila trote ormai morte, qualcosa come trecento quintali di pesce da buttare. La moria di trote la notte scorsa nell'allevamento dell'azienda di piscicoltura Genesio Bonaldo di via Callate, a Tempio di Ormelle. Ieri mattina, i pesci sono stati ripescati ormai senza vita dalle vasche: l'ipotesi è che a causare la strage di trote sia stato l'inquinamento dell'acqua, proveniente da un bacino del demanio, da cui l'allevamento di Tempio si approvvigionava.
L'episodio sarebbe stato causato da uno sversamento di liquame avvenuto a monte. E originato probabilmente da un'altra azienda che tratta questo genere di sostanze. Un fatto accidentale, che ha interessato però le acque a cui attinge l'allevamento Bonaldo. Il liquame finito nelle vasche è stato fatale ai pesci: ieri mattina all'alba, il personale dell'allevamento si è accorto che nell'acqua galleggiavano le povere bestiole ormai morte. Inutile dire che i danni sono stati enormi: decine di migliaia di trote morte, centinaia di quintali di pesce da buttare. Del caso sono stati informati gli ispettori dell'Arpav di Treviso, usciti in sopralluogo: i risultati delle analisi eseguite per cercare di risalire alla sostanza che ha letteralmente sterminato le trote saranno pronti solamente nelle prossime ore, ma da una prima ricognizione i tecnici propendono per l'ipotesi dello sversamento di liquami. Ad avvalorare questa tesi c'è il fatto che, a monte dell'allevamento, opera un'azienda che si occupa di trattamento anaerobico dei liquami. Il contenuto di una delle vasche sarebbe tracimato, finendo poi nelle acque del bacino al quale la piscicoltura è collegata. E per le povere trote non c'è stato scampo. Toccherà alla magistratura ora verificare eventuali responsabilità.

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