di
Giuseppe Zago
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Dalla
norma di legge Nazionale che deroga al divieto di bruciare materiale
agricolo consentendo questa pratica per piccole quantità (l. 116
agosto 2014) si evince che le autorità locali, Sindaci, Arpav o
altre autorità ambientali possono intervenire sull’applicazione
della legge motivando le scelte in relazione ad una valutazione
dei rischi per l’ambiente.
La
legge consente di bruciare giornalmente una quantità di materiali
non superiore a 3 mc steri (significa il volume
dell’accatastato compresi i vuoti) per ettaro. Nel
caso specifico dei sarmenti di vite, se il Comune di Oderzo ai
sensi delle modifiche di legge ne autorizzasse la combustione, sul
territorio opitergino si avrebbe una quantità di combustibile pari
a: 2 ton/ettaro all’anno che corrispondono a: 6,6 mc/stero per
ettaro. In base alla valutazione ambientale del comune di Oderzo
(anno 2008) su un totale di circa 1250 ettari avremmo la produzione
media di circa 8250 mc/stero per anno.
Se
tutti sfruttassero al massimo la deroga consentita dalla legge
avremmo in un giorno una combustione di prodotto pari a: 3750
mc/stero di legname, che produrrebbe un'energia termica pari a
mediamente a 4000 MJ per ogni mc stero per un totale di 15.000.000 di
MJ corrispondenti a 15.000 GJ
Ma
il fuoco di legna peggiora la qualità dell'aria: quante polveri
sottili ?
Nel
suo ultimo rapporto l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
conferma che le polveri sottili (PM10 - PM2,5) sono pericolose per la
salute umana a tutte le concentrazioni. In particolare, studi
effettuati in Europa (Italia compresa), hanno verificato che i rischi
per la salute sussistono anche quando la popolazione è esposta a
concentrazioni di PM2,5 inferiori a 10 microgrammi/metro cubo
(ug/m3). Questo significa che, anche se si ridurranno le emissioni
fino a raggiungere il limite di 10 ug/m3 previsto nel 2020, la nostra
salute subirà dei danni.
La
Pianura Padana è una delle aree europee a maggior inquinamento da
polveri sottili. In base alle stime ISPRA, nel 2010 il macro settore
che ha maggiormente contribuito alla produzione di PM10 nel nostro
Paese è quello delle combustioni non industriali: il riscaldamento
domestico, compresa la combustione all’aria aperta.
I
migliori impianti per il riscaldamento domestico alimentati a legna
(stufe e caldaie a pellet), per ogni Giga Joule (GJ) di energia
prodotta emettono 29 grammi di PM10. Lo stesso fattore di emissione
viene stimato per le PM2,5.
Nel
nostro caso, se bruciassimo tutti i sarmenti dell'opitergino all’aria
aperta, considerando i parametri delle stufe a legna, avremmo una
produzione di circa: 435.000 grammi di PM10 e PM2,5 in un giorno. Si
immetterebbero nell’aria: 8250 x 4000 = 33.mln di MJ = 33.000 GJ x
29 gr = 975.000 gr = 975 kg. Circa
1 tonnellata di polveri sottili all’anno aggiunte alla nostra aria.
Inoltre,
le ceneri sparse nel terreno avrebbero due azioni: una
positiva (ammendante) e una negativa (inquinante) per la presenza di
metalli pesanti, in particolare rame, che nel tempo contribuirebbero
all’inquinamento delle falde.
Lasciare
macerare il legno di potatura come pacciamatura senza combustione
potrebbe essere una soluzione,
ma c’è il rischio di produzione di funghi e biotossine che possono
essere assimilate dalle piante creando problemi per la qualità
dell’uva e per la salute.
Come
fare ?
A
mio giudizio, l’unico modo per evitare ogni inquinamento è
centralizzare il trattamento di tali prodotti con lo scopo di
produrre energia in modo controllato, con impianti ad alta efficienza
ed innovativi (che oggi è possibile realizzare)
per il controllo delle emissioni in atmosfera e il recupero delle
ceneri per usi sia fertilizzanti sia industriali.
Sarebbe
molto importante centralizzare il sistema di controllo,
sensibilizzando gli agricoltori nella raccolta annuale dei sarmenti e
potature per mezzo di ditte specializzate.
Oggi
ad esempio la raccolta dei sarmenti da vite costa in media
all’agricoltore circa 40 €/ton. Pari a 80-90 € per ettaro. Sul
totale dei vigneti di Oderzo il costo sarebbe di: 100.000 €/anno.
Nel contempo il potere energetico dei sarmenti può considerarsi
equivalente a 100 lt. di gasolio per ogni mc stero. Sul totale dei
vigneti di Oderzo si avrebbe l’equivalente di 825.000 lt di
gasolio/anno.
Dal
punto di vista energetico la produzione potenziale è di 8.250.000
Kwh termici/anno pari a circa 2.750.000 KWh elettrici anno, pari al
consumo medio annuo di circa 800 abitazioni.
L’intervento
di un piano energetico (1) con un rapporto pubblico-privato e la
richiesta di contributo Europeo attraverso i canali di finanziamento
relativi al risparmio energetico (il comune dovrebbe aderire al PATTO
DEI SINDACI...), potrebbe portare ai seguenti risultati:
- Basso investimento iniziale per il Comune attraverso forme di leasing operativo
- Raccolta delle potature senza oneri per gli agricoltori.
- Produzione di energia con emissioni controllate entro le norme di legge
- Recupero delle ceneri per utilizzi agricoli e industriali con sistemi di trattamento che riescono anche a separare i metalli pesanti e addirittura a recuperarli per usi chimici–industriali.
Con
questo sistema chiuso sarebbe totalmente sotto controllo sia
l’emissione in atmosfera sia il trattamento delle ceneri in quanto
tutto sarebbe centralizzato e quindi facilmente monitorabile dagli
organi di controllo ambientale.
(1)
I PAES sono i Piani di attuazione energia sostenibile previsti dal
Dgr n. 1364 del 28.07.2014 regione Veneto: gli
Enti che risulteranno beneficiari dovranno infatti impegnarsi a
concorrere ai bandi per lavori pubblici finanziati dal Fondo Europeo
per lo Sviluppo Regionale FESR 2014-2020.
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