domenica 12 ottobre 2014

...Meglio non bruciare i sarmenti della vite

Dalla norma di legge Nazionale che deroga al divieto di bruciare materiale agricolo consentendo questa pratica per piccole quantità (l. 116 agosto 2014) si evince che le autorità locali, Sindaci, Arpav o altre autorità ambientali possono intervenire sull’applicazione della legge motivando le scelte in relazione ad una valutazione dei rischi per l’ambiente.

La legge consente di bruciare giornalmente una quantità di materiali non superiore a 3 mc steri (significa il volume dell’accatastato compresi i vuoti) per ettaro. Nel caso specifico dei sarmenti di vite, se il Comune di Oderzo ai sensi delle modifiche di legge ne autorizzasse la combustione, sul territorio opitergino si avrebbe una quantità di combustibile pari a: 2 ton/ettaro all’anno che corrispondono a: 6,6 mc/stero per ettaro. In base alla valutazione ambientale del comune di Oderzo (anno 2008) su un totale di circa 1250 ettari avremmo la produzione media di circa 8250 mc/stero per anno.
Se tutti sfruttassero al massimo la deroga consentita dalla legge avremmo in un giorno una combustione di prodotto pari a: 3750 mc/stero di legname, che produrrebbe un'energia termica pari a mediamente a 4000 MJ per ogni mc stero per un totale di 15.000.000 di MJ corrispondenti a 15.000 GJ

Ma il fuoco di legna peggiora la qualità dell'aria: quante polveri sottili ?
Nel suo ultimo rapporto l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) conferma che le polveri sottili (PM10 - PM2,5) sono pericolose per la salute umana a tutte le concentrazioni. In particolare, studi effettuati in Europa (Italia compresa), hanno verificato che i rischi per la salute sussistono anche quando la popolazione è esposta a concentrazioni di PM2,5 inferiori a 10 microgrammi/metro cubo (ug/m3). Questo significa che, anche se si ridurranno le emissioni fino a raggiungere il limite di 10 ug/m3 previsto nel 2020, la nostra salute subirà dei danni.
La Pianura Padana è una delle aree europee a maggior inquinamento da polveri sottili. In base alle stime ISPRA, nel 2010 il macro settore che ha maggiormente contribuito alla produzione di PM10 nel nostro Paese è quello delle combustioni non industriali: il riscaldamento domestico, compresa la combustione all’aria aperta.
I migliori impianti per il riscaldamento domestico alimentati a legna (stufe e caldaie a pellet), per ogni Giga Joule (GJ) di energia prodotta emettono 29 grammi di PM10. Lo stesso fattore di emissione viene stimato per le PM2,5.
Nel nostro caso, se bruciassimo tutti i sarmenti dell'opitergino all’aria aperta, considerando i parametri delle stufe a legna, avremmo una produzione di circa: 435.000 grammi di PM10 e PM2,5 in un giorno. Si immetterebbero nell’aria: 8250 x 4000 = 33.mln di MJ = 33.000 GJ x 29 gr = 975.000 gr = 975 kg. Circa 1 tonnellata di polveri sottili all’anno aggiunte alla nostra aria.
Inoltre, le ceneri sparse nel terreno avrebbero due azioni: una positiva (ammendante) e una negativa (inquinante) per la presenza di metalli pesanti, in particolare rame, che nel tempo contribuirebbero all’inquinamento delle falde.
Lasciare macerare il legno di potatura come pacciamatura senza combustione potrebbe essere una soluzione, ma c’è il rischio di produzione di funghi e biotossine che possono essere assimilate dalle piante creando problemi per la qualità dell’uva e per la salute.

Come fare ?
A mio giudizio, l’unico modo per evitare ogni inquinamento è centralizzare il trattamento di tali prodotti con lo scopo di produrre energia in modo controllato, con impianti ad alta efficienza ed innovativi (che oggi è possibile realizzare) per il controllo delle emissioni in atmosfera e il recupero delle ceneri per usi sia fertilizzanti sia industriali.
Sarebbe molto importante centralizzare il sistema di controllo, sensibilizzando gli agricoltori nella raccolta annuale dei sarmenti e potature per mezzo di ditte specializzate.
Oggi ad esempio la raccolta dei sarmenti da vite costa in media all’agricoltore circa 40 €/ton. Pari a 80-90 € per ettaro. Sul totale dei vigneti di Oderzo il costo sarebbe di: 100.000 €/anno. Nel contempo il potere energetico dei sarmenti può considerarsi equivalente a 100 lt. di gasolio per ogni mc stero. Sul totale dei vigneti di Oderzo si avrebbe l’equivalente di 825.000 lt di gasolio/anno.
Dal punto di vista energetico la produzione potenziale è di 8.250.000 Kwh termici/anno pari a circa 2.750.000 KWh elettrici anno, pari al consumo medio annuo di circa 800 abitazioni.
L’intervento di un piano energetico (1) con un rapporto pubblico-privato e la richiesta di contributo Europeo attraverso i canali di finanziamento relativi al risparmio energetico (il comune dovrebbe aderire al PATTO DEI SINDACI...), potrebbe portare ai seguenti risultati:
  • Basso investimento iniziale per il Comune attraverso forme di leasing operativo
  • Raccolta delle potature senza oneri per gli agricoltori.
  • Produzione di energia con emissioni controllate entro le norme di legge
  • Recupero delle ceneri per utilizzi agricoli e industriali con sistemi di trattamento che riescono anche a separare i metalli pesanti e addirittura a recuperarli per usi chimici–industriali.
Con questo sistema chiuso sarebbe totalmente sotto controllo sia l’emissione in atmosfera sia il trattamento delle ceneri in quanto tutto sarebbe centralizzato e quindi facilmente monitorabile dagli organi di controllo ambientale.

(1) I PAES sono i Piani di attuazione energia sostenibile previsti dal Dgr n. 1364 del 28.07.2014 regione Veneto: gli Enti che risulteranno beneficiari dovranno infatti impegnarsi a concorrere ai bandi per lavori pubblici finanziati dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale FESR 2014-2020.

Nessun commento:

Posta un commento